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Milano, sciopero tra scontri e silenzi

Mobilitazione generale in tutta Italia contro il Job Acts e la legge di stabilità. Trasporti fermi e una cinquantina di cortei in tutto il Paese.

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Quella che si presenta agli occhi di chi la guarda è una Milano che resta in coda, ma pazienta, che vede i pendolari spostarsi all’alba, ma non protesta. E’ una folla che dice basta e che è ben lontana dagli scontri tra centri sociali e forze dell’ordine che avvengono dalle parti della Stazione Centrale. E’ una folla che non dimentica, tuttavia, di mettere corone in Piazza Fontana, a 45 anni dalla strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura.

Sotto la Madonnina lo sciopero c’è e si fa sentire, ha facce e volti che provengono da tutta la lombardia e mette insieme, pensionati, metalmeccanici, ma anche bancari, imprenditori messi in ginocchio dalla crisi e giovani precari dell’economia internet, uniti nel dire basta alle misure del governo Renzi.

Una Milano che partecipa, ma evita la ribalta dei comizi dei leader sindacali nazionali. Una Milano che resiste ai disagi del traffico soprattutto nella zona del centro, dove in mattinata oltre 40 mila persone hanno inscenato il corteo dello sciopero generale partito da porta venezia e arrivato in piazza duomo per le testimonianze finali.

Dopo gli scontri del Pirellone che hanno visto 11 agenti feriti, i contestatori dei centri sociali arrivano anche davanti al luogo della strage, ma rispettano il ricordo delle vittime, limitandosi a cori contro le autorità presenti. Tra queste anche il vicesindaco di Milano Ada De Cesaris e il contestatissimo Presidente del Consiglio Regionale Raffaele Cattaneo.

(Francesco Facchini/alaNEWS)

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