Sonda cinese sulla faccia nascosta della Luna
La Cina ha posizionato per la prima volta nella storia un modulo d'esplorazione sull'emisfero nascosto della Luna. Un successo che mette in evidenza le ambizioni spaziali di Pechino.
Battezzato Chang’e-4, dal nome della dea della Luna nella mitologia cinese, il modulo d’esplorazione è allunato giovedì alle 03:26 (ora svizzera) e ha inviato la sua prima fotografia della superficie ancora inesplorata del nostro satellite.
Chang’e era partito dalla Terra lo scorso 8 dicembre e ora può cominciare il suo lavoro che si concentrerà in particolare sull’analisi di basse frequenze radio, sulle risorse minerali e la possibilità di coltivare piante.
Contrariamente a quanto concerne la faccia sempre rivolta verso la Terra, nessuna sonda era mai atterrata dall’altra parte, più montagnosa e accidentata e con meno superfici piatte dove atterrare. Le prime immagini del “lato oscuro” sono state scattate per la prima volta nel 1959 dai sovietici.
La Cina verso lo spazio
La Cina si preparava da anni a questa missione particolarmente difficile dal punto di vista tecnologico. Una delle sfide più grandi è la comunicazione con il robot. Per questo, lo scorso maggio è stato inviato a orbitare attorno alla Luna il satellite Quiequao, il cui compito è quello di ritrasmettere i segnali inviati da Chang’e-4 verso la Terra.
Durante la notte lunare, che dura 14 giorni terrestri, le temperature scendono a 173 gradi sotto lo zero. Durante il giorno salgono a 127 sopra lo zero. Come se non bastasse, il modulo è stato inviato vero una regione dalla morfologia particolarmente complessa al polo sud della Luna, il bacino Aitken.
È la seconda volta che la Cina invia una sonda sulla Luna. La prima risale al 2013, quando allunò il modulo Yutu (“coniglio di giada”) che rimase attivo per 31 mesi. Il Prossimo anno Pechino intende lanciare Chang’e-5, per raccogliere dei campioni da riportare sulla Terra.
Oltre ad avere l’ambizione di mandare anche una sonda su marte e un astronauta sulla Luna, la Cina si appresta a mettere in orbita la sua stazione spaziale, Palazzo celeste, che dovrebbe essere operativa nel 2022. L’attuale stazione internazionale, gestita da Stati Uniti, Canada, Giappone, Europa e Russa, dovrebbe andare in “pensione” nel 2024.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.