Khashoggi, versioni contrastanti
L'Arabia Saudita ha ammesso venerdì sera che il giornalista Jamal Khashoggi è stato ucciso - "in una colluttazione" - nel consolato saudita di Istanbul. Ma sulla dinamica dell'episodio, e su dove sia finito il corpo, continua a regnare il mistero.
La televisione di Riad, citando i risultati preliminari di un’inchiesta ufficiale, ha affermato che Khashoggi è deceduto in seguito ad una rissa con alcune persone che lo avevano incontrato per un appuntamento nella sede diplomatica. Diciotto cittadini sauditi sono stati arrestati, mentre è stato rimosso dall’incarico il generale Ahmed al Asiri, uomo di punta dei servizi segreti e consigliere della Corona. La televisione ha aggiunto che il re Salman intende presentare una proposta per riformare i servizi d’Intelligence.
Secondo una prima ricostruzione degli investigatori turchi, l’assassinio sarebbe stato invece opera di uno squadrone della morte giunta appositamente a Istanbul e ripartita nel giro di 24 ore, tutti uomini vicini al regime.
Ieri la procura turca ha interrogato come testimoni 15 dipendenti turchi della sede diplomatica di Riad. Tra loro contabili, tecnici, operatori telefonici e anche l’autista del console.
Rivelazioni della stampa statunitense
Jamal Khashoggi “ha tentato di fuggire dal Consolato, lo hanno fermato, preso a pugni. Lui ha iniziato a urlare, allora uno dei presenti lo ha preso per il collo, strangolandolo fino alla morte”: lo scrive il New York Times citando un “alto funzionario saudita”, il primo a confermare l’assassinio al quotidiano.
“C’è un ordine generale del Regno di far rientrare i dissidenti che vivono all’estero. Quando Khashoggi ha contattato il Consolato, il generale Assiri ha inviato il team di 15 uomini”, aggiunge la fonte.
Dal canto suo, il Washington Post afferma che “funzionari della Cia hanno ascoltato” le registrazioni audio turche che “provano che Khashoggi è stato ucciso e poi smembrato” e che la morte del giornalista saudita non è stata accidentale.
La registrazione, se verificata – aggiunge il quotidiano che ha accusato Donald Trump di “cospirare con Riad” per prendere tempo e consentire ai sauditi di trovare una via di uscita – renderà difficile alla Casa Bianca accettare la versione dell’incidente.
In serata il presidente americano Donald Trump, che giovedì aveva detto di considerare probabile la morte di Khashoggi, era tornato a minacciare sanzioni contro l’Arabia Saudita se fossero emerse chiaramente le sue responsabilità.
Immagine di Riad compromessa
Nonostante le prime notizie sull’inchiesta saudita, l’immagine in Occidente di Riad, e in particolare del principe ereditario Mohammed bin Salman, appare sempre più compromessa.
Boicottata dai ministri economici di Europa e Stati Uniti e dal Fondo monetario internazionale, la sua “Davos del deserto” inizierà martedì decimata dalle defezioni. Venerdì ha annunciato il forfait un altro gigante economico, Airbus, che si unisce a diverse grandi aziende e banche, da Uber a Hsbc, e ai big dell’editoria Usa, tra cui Cnn e New York Times. Il segretario al Tesoro americano, Steve Mnuchin, anche lui tra i disertori dell’evento, sarà però a fine mese a un incontro sulla lotta al terrorismo a Riad.
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