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Forti esplosioni a Beirut

Una panoramica del porto di Beirut e il fumo nero che sale dal luogo dell esplosione.
La deflagrazione è avvenuta nella zona dei depositi portuali, dove secondo media locali erano immagazzinati fuochi d'artificio. Keystone / Wael Hamzeh

Due grosse esplosioni hanno scosso Beirut. Lo scoppio è avvenuto nella zona del porto della capitale libanese. L'ultimo e secondo fonti mediche almeno 50 corpi senza vita sono stati portati negli ospedali della città. Il ministro della sanità ha affermato che ci sono molti feriti. L'onda d'urto ha mandato in frantumi finestre, scardinato porte e provocato il crollo di controsoffitti in un ampio raggio. Ignote per per ora le cause.

Beirut torna a vivere i peggiori incubi della lunga guerra civile e delle altre crisi laceranti che hanno segnato i 30 anni passati dalla fine di quel conflitto. Un’esplosione di potenza inimmaginabile – secondo alcuni testimoni udita fino a Cipro, a distanza di 200 chilometri – ha portato la devastazione e seminato il panico in tutta la capitale e nei sobborghi.

Almeno 50 morti e 2500 i feriti, secondo un primo bilancio ancora provvisorio della deflagrazione, avvenuta nel tardo pomeriggio nel porto e sulle cui cause regna ancora l’incertezza. Il numero delle vittime potrebbe comunque aumentare, a giudicare anche dalle immagini diffuse dai social media e dalle televisioni che mostrano persone rimaste intrappolate sotto le macerie di edifici crollati. 

In interi quartieri del centro praticamente nessun edificio è rimasto con i vetri intatti. Fonti riferiscono che nella zona di Mar Mikhael nell’alto edificio di Electricité du Liban, l’ente elettrico nazionale, sono rimasti intrappolati molti dipendenti e che si è lavorato a lungo per trarli in salvo. Sull’autostrada costiera che va verso nord e che passa vicino al porto, per un lungo tratto si vedono auto semidistrutte, mentre la carreggiata è coperta di detriti. Anche all’aeroporto internazionale Rafic Hariri, distante alcuni chilometri, i danni all’aerostazione sono evidenti.

Deposito di materiali altamente infiammabili

Il capo delle forze di sicurezza nazionali, generale Abbas Ibrahim, ha detto che la causa è un incendio sviluppatosi in un deposito usato per custodire materiali altamente infiammabili sequestrati in passato. Un video circolato sui social media mostra dapprima una colonna di fumo nero alzarsi nel cielo. Poi, in quelle che sembrano le fiamme di un incendio, alcune deflagrazioni minori. Infine, un’esplosione gigantesca che investe anche il balcone da cui vengono riprese le immagini, alcune centinaia di metri dal porto.

Momento di alta tensione in Libano

L’esplosione è avvenuta in un momento di fortissime tensioni in un Paese travolto da una crisi economica disastrosa, con le tensioni di confine che si sono riaccese negli ultimi giorni tra Israele e le milizie filo-iraniane di Hezbollah, e la sentenza del processo, attesa venerdì, per l’uccisione nel 2005 in un attentato sul lungomare di Beirut dell’ex primo ministro Rafic Hariri e altre 21 persone. Gli imputati sono quattro membri dello stesso Hezbollah, tutti latitanti.

Domani, intanto, in Libano è stato proclamato un giorno di lutto nazionale.

Ambasciatrice svizzera leggermente ferita

L’ambasciatrice svizzera a Beirut Monika Schmutz è rimasta leggermente ferita nelle esplosioni avvenute nella capitale libanese. Anche l’ambasciata elvetica è stata infatti danneggiata dall’esplosione, riferisce il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae).

Schmutz si trova ora in ospedale, precisa ancora il Dfae. Secondo il Dipartimento, l’enorme onda d’urto ha causato la rottura di finestre su un raggio di diversi chilometri. L’esplosione ha danneggiato gravemente l’ambasciata elvetica e la residenza dell’ambasciatrice.

Il resto del personale della rappresentanza svizzera in Libano è in buona salute. L’ambasciata sta ora chiarendo se altri cittadini svizzeri sono stati colpiti dall’esplosione. Finora non vi sono indicazioni al riguardo, secondo il DFAE.

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tvsvizzera.it/fra con RSI


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