Nuova battaglia legale su Cesare Battisti
Le possibilità che Battisti arrivi in Italia sono comunque ancora poche. Se dovesse perdere la battaglia dei ricorsi in Brasile potrebbe finire in un terzo paese, la sentenza sull’espulsione ammette l’ipotesi di una nazione “disposta a riceverlo” e lì inizierebbe un altro lungo iter per un’eventuale estradizione.
Cesare Battisti potrebbe essere espulso dal Brasile, con destinazione Francia, Messico o un terzo paese, ma si tratta di uno scenario dai tempi lunghi e dal risultato incerto.
La Corte federale di Brasilia ha disposto la deportazione dell’ex terrorista graziato nel 2010 dal presidente Lula da Silva, che aveva rifiutato la richiesta d’estradizione proveniente dall’Italia, dove Battisti deve scontare la pena dell’ergastolo per 4 omicidi commessi negli anni Settanta quando militava nel gruppo armato Nar.
Per il giudice che ha redatto la sentenza il visto permanente concesso a Battisti nel 2011 non è valido e deve scattare la deportazione. Si apre ora una battaglia legale che rischia di essere lunga e tortuosa come quella che si verificò intorno alla sua possibile estradizione. La decisione della corte di Brasilia è stata contestata oggi dall’Avvocatura generale dell’Unione, l’organo statale che quattro anni fa concedette a Battisti la residenza in Brasile.
Il suo legale Igor Sant’Anna Tamasauskas ha già annunciato ricorso e si prevedono almeno quattro diverse istanze. Secondo alcuni analisti locali, alla base di questo nuovo risvolto giudiziario ci potrebbe essere una sorte di intesa politica non ufficiale fra Roma e Brasilia, considerando che in Italia si trova oggi in carcere e in attesa di estradizione l’ex direttore del Banco do Brasil Henrique Pizzolato, condannato a 12 anni di reclusione nell’ambito di un maxi processo per corruzione e malversazione di fondi pubblici.
Dopo il parere positivo della Corte di Cassazione, la decisione sull’estradizione di Pizzolato spetta ora al ministro Guardasigilli. Le possibilità che Battisti arrivi in Italia sono comunque ancora poche. Se dovesse perdere la battaglia dei ricorsi in Brasile potrebbe finire in un terzo paese, la sentenza sull’espulsione ammette l’ipotesi di una nazione “disposta a riceverlo” e lì inizierebbe un altro lungo iter per un’eventuale estradizione.
Di Emliano Guanella da Rio de Janeiro
Il servizio del Radiogiornale
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RG 07.00 del 04/03/2015: il servizio di Emiliano Guanella
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