Barcellona, autista del furgone ancora in fuga
È ancora in fuga l’uomo sospettato di essere alla guida del furgone che giovedì ha falciato la folla sulla Rambla a Barcellona. Non si tratterebbe, come indicato in un primo momento, del 17enne Moussa Oukabir bensì di un 22enne, sempre di origine marocchina. Intanto, il ministro spagnolo degli Interni ha confermato che il livello di allerta rimane 4 su 5.
Mentre Barcellona, venerdì sera, si è fermata per ricordare con una veglia le vittime dell’attentato, la polizia spagnola indica in Yunes Abouyaqub, 22 anni, l’autore materiale.
Perde consistenza l’ipotesi che al volante del furgone ci fosse Moussa Oukabir: il 17enne è tra i cinque uomini uccisi dopo l’attacco perpetrato qualche ora dopo sul lungomare di Cambrils, ed è poco probabile che fosse l’esecutore in entrambi i casi.
Caccia all’uomo e prevenzione
Abouyaqub potrebbe trovarsi già in Francia, ma le forze dell’ordine mantengono i posti di blocco su tutto il territorio spagnolo e proseguono nella caccia all’uomo. Il grado di allerta è stato confermato a 4 ma sono state aggiunte misure mirate soprattutto alla prevenzione di nuovi attacchi, ha indicato il ministro spagnolo degli Interni Juan Ignácio Zoido.
“Volevano centinaia di morti”
Nella mattina di sabato i mossos d’EsquadraCollegamento esterno (polizia catalana) hanno proceduto a “esplosioni controllate” nella casa di Alcanar, a sud di Tarragona, covo della cellula terrorista.
L’edificio, nel quale i jihadisti preparavano uno o più ordigni per un grande attentato a Barcellona, era andato distrutto tra mercoledì e giovedì per un’esplosione, probabilmente un ‘incidente di lavoro’ che li ha spinti a ripiegare sugli attacchi con i soli veicoli.
L’impronta dell’Isis
La cellula voleva provocare “centinaia di morti”, riferisce El Mundo citando fonti investigative. Secondo la CNN, nel covo sarebbero state trovate tracce di perossido di acetone, il potente esplosivo artigianale prediletto dall’autoproclamato Stato islamico e usato per gli attacchi a Parigi nel novembre del 2015, a Bruxelles nel 2016, a Manchester lo scorso maggio e al fallito attacco alla stazione centrale di Bruxelles in giugno.
L’Isis ha peraltro pubblicato una seconda, ufficiale rivendicazione degli attentati in Spagna, affermando di aver “ferito o ucciso oltre 120 crociati ed ebrei”.
Il bilancio provvisiorio
Il bilancio degli attacchi rimane di 13 morti a Barcellona e una a Cambrils. I feriti più di 100; in ospedale ne rimangono 55 di cui 15 gravi.
Stando alla stampa, cinque morti (compresa la donna di Cambrils) sono iberici, tre italiani, altri tre tedeschi. Le restanti vittime sono cittadini di Belgio, Portogallo e USA.
Cellula smantellata?
Le persone detenute sono quattro: tre marocchini e uno spagnolo, di età comprese tra 21 e 34 anni. Due sospetti sono morti ad Alcanar. I cinque uomini a bordo dell’auto lanciata sulla folla a Cambrils sono stati tutti abbattuti.
“Possiamo dire che la cellula è stata totalmente disattivata in considerazione delle persone morte, delle persone arrestate e delle identificazioni da parte della polizia”, ha dichiarato il ministro spagnolo degli Interni Zoido.
“Non possiamo dare per conclusa l’inchiesta fino a quando non avremo individuato e detenuto tutti i componenti della cellula”, ha detto invece il ministro catalano degli Interni Joaquim Forn, secondo il quale la polizia ricerca ancora “due o tre persone”.
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