Nella città di Palmira, in Siria, l’autoproclamato Stato islamico ha fatto esplodere un altro tempio, uno tra i più celebri del sito archeologico patrimonio UNESCO dell’umanità. I fatti risalirebbero a un mese fa, ma la notizia è giunta soltanto ieri.
Per millenni, il tempio di Baal Shamin -dedicato a uno degli dei fenici del periodo pre-islamico- è rimasto quasi intatto nel deserto siriano. Ma quello che ha resistito agli anni e alle intemperie, è stato distrutto in pochi istanti dai militanti dello Stato Islamico.
Stando all’Osservatorio siriano per i diritti umani -organizzazione con sede a Londra- e al direttore del Museo di Palmira, buona parte del tempio sarebbe stata abbattuta un mese fa da esplosivi piazzati dagli jihadisti del Califfato.
Il tempio si trova vicino al teatro romano di Palmira, conquistata dall’Isis il maggio scorso e da allora palcoscenico di incredibili violenze. L’ultima è stata la decapitazione di Khaled al-asaad, archeologo del museo di Palmira, di fama internazionale, decapitato dagli jihadisti perché si era rifiutato di rivelare dove aveva nascosto centinaia di opere antiche.
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