Proteste in Brasile dopo il licenziamento del ministro della salute
Molti hanno protestato contro il presidente Jair Bolsonaro in diverse città del Brasile dopo la rimozione del ministro della Salute, Luiz Henrique Mandetta, che ha acquisito grande popolarità per la sua lotta contro l'epidemia di coronavirus.
Sonore proteste a colpi di pentole (panelaço) si sono udite in diversi quartieri di San Paolo, la città più colpita dall’epidemia, Rio de Janeiro, Brasilia, Porto Alegre, Salvador, Belo Horizonte, Recife, Londrina e Ribeirao Preto.
Secondo le cifre ufficiali, il bilancio della pandemia in Brasile, Paese con 210 milioni di abitanti, è di 30’425 casi e 1’924 decessi.
Durante le proteste si sono udite urla contro Bolsonaro, accusato di essere un “assassino” e un “genocida” per la sua politica contraria al distanziamento sociale.
A differenza del ministro della salute, il presidente ha continuato a minimizzare l’impatto del virus e a rimettere in questione le regole di distanza sociale.
L’annuncio della partenza del ministro era nell’aria. Gli scontri con Bolsonaro ultimamente si erano fatto molto frequenti.
Scelto Nelson Teich
Come successore è stato scelto l’oncologo Nelson Teich, il quale era già stato tenuto in considerazione per guidare il ministero della salute nel 2018, dopo l’elezione di Bolsonaro. La scelta era poi ricaduta su Mandetta per il sostegno politico di cui godeva in Parlamento.
“Salute e lavoro non sono in competizione tra loro, sono complementari. Quando polarizzi, inizi a mettere le persone contro il denaro, il bene contro il male, il lavoro contro i malati”. Sono state queste le prime parole di Teich nella sua nuova funzione, pronunciate durante la conferenza stampa dopo la sua nomina.
Il neo-ministro, che ha detto di essere “in piena sintonia” con Bolsonaro, non ha tuttavia annunciato la fine delle misure per il distanziamento sociale.
“Non vi saranno cambiamenti radicali, dobbiamo capire quello che sta succedendo”, ha precisato Teich.
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