Matrimoni gay, via libera dal parlamento tedesco
Il parlamento federale tedesco, il Bundestag, ha approvato a maggioranza il matrimonio per tutti. Si tratta di un voto storico, in Germania, che rende possibile la piena parificazione delle unioni gay con i matrimoni eterosessuali.
La Germania si allinea con la maggior parte dei paesi occidentali legalizzando il matrimonio gay, nonostante l’opposizione della cancelliera Angela Merkel, la quale, incalzata dagli alleati socialdemocratici e dall’opposizione, nei giorni scorsi ha aperto a sorpresa al voto di coscienza, anche se inizialmente intendeva farlo solo dopo le prossime elezioni legislative, previste a settembre.
Il testo stabilisce che il matrimonio è un’unione tra due persone di sesso differente o dello stesso sesso ed è stato appoggiato da 393 deputati. Hanno votato no in 226 e 4 si sono astenuti.
Fra i membri del partito della cancelliera ad opporsi sono stati in 226 su 310. La stessa Merkel ha annunciato di aver votato contro. “Dal mio punto di vista il matrimonio è, secondo la Costituzione, un’unione tra un uomo e una donna”, ha detto.
Berlino aveva adottato nel 2001 un’unione civile che offriva alle coppie omosessuali certi diritti equivalenti al matrimonio, salvo in materia di adozione e di alcuni benefici fiscali.
La nuova legge, che per entrare in vigore dovrà ottenere l’approvazione anche della camera alta, darà concretamente il diritto di adozione alle coppie gay.
A che punto è la Svizzera?
In Svizzera, il matrimonio tra persone dello stesso sesso non è consentito. Dal 2007, le coppie omosessuali possono registrare la loro unione domestica allo Stato civile. Ciò garantisce loro gli stessi diritti delle coppie sposate per quanto concerne la pensione, l’eredità e le imposte. Alle coppie omosessuali, è proibito accedere a tecniche di procreazione medicalmente assistita e all’adozione in generale. Nel maggio 2016, il parlamento ha però accettato una modifica legislativa che consente a gay e lesbiche (che convivono in unione domestica registrata) di adottare i figli del/della partner. La nuova legge dovrebbe entrare in vigore a inizio 2018.
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