In Messico si scende in piazza contro il femminicidio
Le proteste di piazza che non si placano in Messico sono partite a causa del brutale omicidio della 25enne Ingrid Escamilla, uccisa dal partner la settimana scorsa a Città del Messico. Le immagini del corpo della donna pubblicate dalla stampa hanno provocato ulteriore indignazione.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
L’ennesimo omicidio di una donna, una 25enne, uccisa dall’uomo con cui viveva, ha scatenato la rabbia e le proteste in Messico contro il Governo e i media. Ingrid Escamilla, questo il nome della vittima, è stata brutalmente uccisa e il suo corpo smembrato per far sparire le tracce. Come se non bastasse un giornale messicano, La Prensa, ha pubblicato le foto di quel cadavere vilipeso, alimentando ancora di più la rabbia della gente.
Molte donne si sono radunate davanti alla residenza del presidente Lopez Obradòr, lanciando gavettoni di vernice rossa e scrivendo su muri: ci uccidono, accusando le autorità di non fare nulla per fermare questo fenomeno.
“Non siamo al sicuro nello spazio pubblico né nello spazio privato perché chi ci uccide è chi dorme al nostro fianco, i nostri fidanzati i nostri mariti”; dice una dimostrante col volto coperto. “Sorella la tua morte non è invano, siamo la tua voce” recita un cartello. Il Messico tuttavia ha una drammatica storia di femminicidi.
Il presidente Obradòr, in un intervento, ha detto che la vita di tutti va protetta, sia delle donne che degli uomini, e che qualunque forma di violenza è inaccettabile ma queste parole non hanno spento la rabbia dei cittadini: il Messico nel 2019 ha contato, dati ufficiali, 3’825 femminicidi, il 7% in più rispetto all’anno precedente. Mentre gli attivisti lamentano che la maggior parte dei casi restano impuniti.
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