Trump in Iraq, “Non siamo i gendarmi del mondo”
Visita a sorpresa di Donald Trump mercoledì alle truppe statunitensi di stanza in Iraq. Si è trattato del primo viaggio, nei primi due anni dell’attuale mandato presidenziale, in una zona operativa all’estero.
Il presidente, accompagnato dalla consorte Melania, ha difeso nella base aerea di Al Assad la decisione di ritirare il contingente militare americano dalla Siria dal momento che l’Isis è stato sconfitto e ha aggiunto che gli Stati Uniti non vogliono essere i poliziotti del mondo. “Credo che molte persone aderiranno al mio pensiero, è giunto il momento di cominciare a pensare con la nostra testa”, ha detto l’inquilino della Casa Bianca.
Il presidente ha anche espresso l’intenzione di non ritirarsi dall’Iraq, dove sono presenti 5’200 militari statunitensi, che potrebbe eventualmente essere “la base di operazioni” militari nella vicina Siria.
La sosta nei pressi di Baghdad è stata di circa di tre ore, durante le quali Donald Trump si è intrattenuto con i vertici dell’esercito e l’ambasciatore statunitense nel paese asiatico. Nessun incontro invece con politici iracheni, con i quali il presidente ha scambiato solo alcune battute al telefono.
Di ritorno dall’Iraq l’Air Force One ha brevemente sostato a Ramstein in Germania, dove Donald Trump ha incontrato un centinaio di soldati di stanza nella base statunitense.
A insospettire l’opinione pubblica era stato l’inusitato silenzio dell’account presidenziale su Twitter e l’avvistamento dell’Air Force One sui cieli europei: la Casa Bianca, su pressioni dei media, ha infine informato sugli spostamenti all’estero del capo dello Stato.
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