Metà Francia riparte da lunedì 11 maggio
La Francia è pronta a ripartire, ma il paese lo farà a due velocità. In alcuni dipartimenti le riaperture saranno fatte con maggior cautela, tra cui anche a Parigi. Le frontiere francesi per contro resteranno chiuse ancora almeno fino al 15 giugno.
“C’è una notizia buona e una cattiva”. È cominciata come le tradizionali storielle la conferenza stampa più attesa dai francesi, quella in cui il premier Edouard Philippe ha annunciato ufficialmente la riapertura del paese dopo sette settimane di lockdown.
Prosegue in modo netto il calo dell’epidemia di coronavirus in Francia, con soltanto 629 nuovi casi nelle ultime 24 ore, una diminuzione di 775 ricoveri e di 186 pazienti nei reparti di rianimazione. I decessi, da mercoledì, sono aumentati di 178 fra ospedali e case di riposo, raggiungendo un totale di 25’987 dall’inizio dell’epidemia.
Ed è questa la buona notizia: lunedì si riparte. La cattiva, ha subito frenato il primo ministro, è che “il paese è diviso in due”. Ci sono quattro regioni, fra le più grandi e sviluppate – fra queste l’Ile-de-France, quella di Parigi, 12 milioni di abitanti – che sulla carta della Francia colorata dalla direzione della sanità risultano in rosso.
Vuol dire che “i casi diminuiscono ma non quanto ci saremmo aspettati”, ha spiegato. E gli ospedali restano in tensione, soprattutto i reparti di rianimazione, che nel caso di Parigi sono ancora oltre la capienza limite di pazienti.
Per la Francia zona verde – praticamente tutto l’ovest e il sud – si riparte invece con le dovute cautele, il distanziamento e la prudenza. Ma, se tutto andrà bene nelle prime tre settimane, a giugno si può già pensare a riaprire ristoranti e bar. Si torna a scuola da subito, saranno l’80-85% gli istituti che riapriranno i portoni a bambini degli asili, elementari e medie, sempre sulla base di una scelta dei genitori.
Anche nelle regioni rosse – che comprendono pure regioni a nord di Parigi, ossia Hauts-de-France, Borgogna Franche-Comté e Grand Est – si riparte e si torna a scuola ma per ora non alle medie. Non potranno riaprire, come nelle regioni zona verde, parchi e giardini.
Per il resto – scomparsa l’autocertificazione tranne per gli spostamenti oltre i 100 chilometri – il piano è assortito soltanto di appelli alla prudenza e alla cautela nella ripresa delle attività. I più anziani, le persone con patologie, i “vulnerabili”, sono esortati ad uscire soltanto “lo stretto necessario”.
Particolarità dell’Ile-de-France: metropolitana parigina e treni regionali saranno riservati “nelle ore di punta” soltanto a chi in possesso di attestazione del datore di lavoro.
Allentamento dell’attenzione nella Francia “verde”? Philippe ha messo in guardia anche le regioni più avvantaggiate, perché “non bisogna cercare di fare i furbi con il virus”. E il ministro dell’interno, Christophe Castaner, ha illustrato tutte le limitazioni di movimento sul territorio perché “il virus si sposta con noi”.
Frontiere chiuse
Le frontiere con gli altri paesi dello spazio Schengen rimarranno comunque chiuse fino al 15 giugno.
Nota dolente per tutti i paesi alle prese con l’epidemia, le case di riposo per anziani, per le quali “non c’è riapertura l’11 maggio” e dove sono confermati i rigidi inquadramenti per le visite dei familiari.
Il ministro della salute Olivier Véran, dopo la tempesta di polemiche sull’impreparazione della Francia di fronte all’epidemia, ha assicurato che per l’11 il paese è “pronto” per quanto riguarda test e tamponi, confermando la sua promessa di 700’000 analisi a settimana. Con il conseguente funzionamento del sistema di tracciamento arricchito dalle “brigate di angeli custodi” che dovranno rintracciare – insieme ai medici di famiglia – tutti i contatti avuti negli ultimi giorni da chi risulta positivo.
Scuole aperte
Nella Francia che riparte saranno un milione i bambini e ragazzi che torneranno a scuola o potranno farlo, 130’000 i professori che saranno in aula ad accoglierli dall’11 maggio, 400’000 le aziende che riapriranno grazie a 875’000 dipendenti che torneranno al lavoro.
Per l’Ile-de-France, la preferenza è ancora – ove possibile – il telelavoro. Nella regione di Parigi resteranno chiusi anche i centri commerciali – che potranno invece riaprire nel resto del paese.
Ripartire con il commercio, con l’industria, con la produzione, è imperativo in una Francia che – ha detto Philippe – deve “rispondere alla crisi economica e all’impoverimento generale che ne conseguirà”.
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