Via alla fase pubblica d’indagine su Trump
Ha preso il via mercoledì negli Stati Uniti, in diretta televisiva dal Congresso, la fase di audizioni pubbliche dell'indagine che potrebbe portare alla destituzione di Donald Trump. Il presidente americano è accusato di abuso di potere per aver fatto pressioni sull'Ucraina, affinché indagasse sui suoi rivali politici.
I primi due testimoni ad essere stati ascoltati Collegamento esternodalla Commissione d’intelligence della Camera dei rappresentanti, davanti a una vera a propria giungla di telecamere, sono l’ex ambasciatore americano a Kiev, William Taylor, e il sottosegretario al Dipartimento di Stato con delega all’Europa, George Kent.
Entrambi, a porte chiuse, hanno raccontato come Trump cercò di condizionare sia gli aiuti militari a Kiev, sia la visita alla Casa Bianca del neopresidente Volodymyr Zelensky all’avvio da parte delle autorità ucraine di indagini contro l’ex presidente Joe Biden, suo figlio Hunter e i democratici.
Le aperture di Schiff e Nunes
Il presidente si è macchiato di comportamenti che giustificano il suo impeachment, ha detto il presidente della Commissione d’intelligence Adam Schiff aprendo la seduta per le prime testimonianze pubbliche, sottolineando come Trump abbia rilasciato aiuti all’Ucraina solo dopo che il Congresso ha avviato l’indagine.
“È stato messo in piedi uno schema per legare atti ufficiali o l’erogazione di aiuti all’ottenimento di benefici politici personali”, ha detto Schiff, sostenendo che all’indagine “mancano ancora pezzi importanti perché il presidente impedisce ad alcuni testimoni di presentarsi”.
David Nunes, il deputato repubblicano più alto in grado a sedere nella Commissione, ha invece affermato che “siamo di fronte a una campagna di diffamazione nei confronti del presidente Donald Trump orchestrata dai democratici e dai media”.
Le testimonianze di Kent e Taylor
Kent, che ha aperto la deposizione, ha detto che fu “allarmato” dagli sforzi che Rudolph Giuliani, avvocato personale di Trump, di “architettare indagini politicamente motivate” contro i Biden che a suo avviso portarono al siluramento dell’ambasciatrice americana a Kiev e “minarono gli interessi nazionali americano e ucraino danneggiando le relazioni bilaterali”.
Kent ha aggiunto che la campagna di Giuliani era basata su “false informazioni” di “ex procuratori corrotti” che cercavano solo di “vendicarsi di coloro che avevano rivelato i loro misfatti, tra cui diplomatici americani”.
Taylor ha invece rivelato che di recente uno dei suoi collaboratori gli ha riferito di aver sentito una telefonata tra Donald Trump e l’ambasciatore americano presso l’Ue Gordon Sondland, nella quale il presidente chiedeva conto delle “indagini” e il diplomatico gli rispondeva che Kiev era pronta ad andare avanti.
L’ex ambasciatore ha poi dichiarato che Sondland gli disse che “tutto” ciò che voleva Kiev, inclusi una visita alla Casa Bianca e gli aiuti militari americani, dipendeva dall’annuncio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky dell’apertura di un’indagine contro i Biden.
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