La giustizia ha condannato alla detenzione a vita sette terroristi ritenuti responsabili degli attentati in Tunisia del 2015 quando furono uccise 60 persone, la maggior parte delle quali turisti stranieri. Altri imputati sono stati condannati a pene da sei mesi a 16 anni di prigione e 27 sono stati assolti.
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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 09.02.2019)
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Omicidio volontario, concorso in omicidio volontario e attacco allo Stato, i capi di imputazione per i condannati all’ergastolo.
In totale erano 51 le persone alla sbarra per i due attentati. Il primo era avvenuto al Museo del Bardo a Tunisi il 18 marzo dove furono uccisi 21 turisti (tra cui quattro italiani, quattro francesi, tre giapponesi e due spagnoli) e un agente di sicurezza tunisino. Il secondo ebbe luogo in una località balneare vicino a Susa il 26 giugno (38 turisti uccisi, 30 dei quali britannici).
Dalle deposizioni sono emersi collegamenti tra i due attentati, entrambi rivendicati dai terroristi dell’autoproclamato Stato Islamico (Isis). I due procedimenti sono di fatto stati riuniti poiché molti degli imputati sono risultati implicati in entrambe le stragi.
Alcuni di loro hanno indicato uno stesso uomo, Chamseddine Sandi, come il cervello degli attentati. Sarebbe però morto in un raid statunitense in Libia nel 2016.
Il verdetto è stato emesso dopo una decina di udienze ripartite sull’arco di un anno e mezzo e ha tenuto in considerazione le leggi anti-terrorismo introdotte proprio nel 2015.
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