Londra una minaccia per l’economia dell’Unione europea
Sollevati per la possibilità di voltare pagina ma decisi a limitare la potenza di fuoco del concorrente che con la Brexit si troveranno inevitabilmente alla porta di casa. È l'effetto che fa tra i 27 leader dell'Ue la schiacciante vittoria di Boris Johnson a cui i britannici hanno consegnato il pieno mandato per chiudere a stretto giro la Brexit e dare il via alla trattativa sulle relazioni economiche future con l'Europa.
Un nuovo negoziato, quello sugli accordi di libero scambio tra l’Unione e Londra, che si annuncia molto complicato, con Donald Trump che dall’altro lato dell’Atlantico già esulta, guardando a nuove interessanti opportunità per estendere la sua sfera di influenza.
Trattativa ostica
Una trattativa che Bruxelles intende governare seguendo la stella polare del ‘level playng field’, il rispetto di condizioni di parità, per ridurre le possibilità di concorrenza sleale da parte del Regno Unito e proteggere i propri interessi economici. E proprio in questa cornice sono da leggere le reazioni risolute dei leader Ue al termine di una due giorni di vertice in cui si è discusso del futuro dell’Unione. A partire da quella del presidente del Consiglio Charles Michel, che ha messo in guardia: “Non chiuderemo un accordo a qualsiasi costo.
I negoziati finiranno quando i risultati saranno equilibrati e garantiranno risposte a tutte le preoccupazioni”. Perché la Gran Bretagna, una volta uscita dall’Ue, sarà un “concorrente alla porta di casa”, ha avvertito la cancelliera tedesca Angela Merkel, ed il rischio è che si trasformi in “un concorrente sleale”, ha ammonito il presidente francese Emmanuel Macron. “Ci sarà da lavorare per completare un accordo di libero commercio entro dicembre 2020. I tempi sono stretti, dobbiamo assicurare la parità di condizioni in modo da non consentire vantaggi indebiti”, ha sollecitato anche il premier Giuseppe Conte.
Intesa con gli USA
Un rischio (o un’opportunità, dal suo punto di vista) ben presente anche a Trump, che oltre a leggere nel trionfo del ‘cugino’ britannico un presagio positivo per la sua rielezione alla Casa Bianca, ora vede davanti a sé la prospettiva di poter finalmente imbastire un’ambiziosa intesa commerciale con una potenza europea, da usare all’occorrenza come grimaldello per assestare nuovi colpi economici al Vecchio continente.
“Adesso Gran Bretagna e Usa sono liberi di mettere a punto un grande nuovo accordo commerciale dopo la Brexit, che ha il potenziale per essere il più redditizio di qualsiasi altro mai siglato con l’Ue”, ha twittato il tycoon congratulandosi con Johnson per la “grandissima vittoria!”.
Futuri rapporti eccellenti o conflittuali?
Ma l’Ue tiene la barra a dritta e si dice “pronta a passare alla prossima fase”, con Michel Barnier al timone anche in questa nuova difficile impresa. “Ci metteremo al lavoro” subito dopo le ratifiche parlamentari dell’accordo di divorzio “e cercheremo di trarre il massimo” dai dieci mesi a disposizione per chiudere la nuova intesa (salvo una richiesta di proroga che comunque dovrà arrivare entro fine luglio), un tempo davvero risicato data la vastità della materia, come ha osservato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Ci muoveremo passo dopo passo”, fissando le priorità: il Regno Unito diventerà uno Stato terzo, ma non è la fine, ha indicato la leader Ue. “Sarà l’inizio di eccellenti relazioni future tra vicini”. O almeno, così si spera.
Sentiamo allora dal nostro corrispondente da Bruxelles, come hanno reagito le autorità europee al voto chiaro nel Regno Unito.
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