Renzi, un nuovo governo per fare le riforme
Il segretario del Pd vuole un cambio di ritmo "per uscire dalla palude" e sfiducia di fatto Letta
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Un governo più politico per uscire dalla palude e fare le riforme istituzionali di cui l’Italia non può più fare a meno. Su questa tesi Matteo Renzi ha di fatto aperto la crisi politica e chiesto alla direzione del Partito Democratico il necessario consenso per aprire una fase nuova. Pur ringraziando Enrico Letta per il lavoro svolto, il segretario Pd ha sottolineato l’esigenza di cambiare ritmo.
Per Renzi, che non ha nascosto le sue ambizioni, il paese si trova di fronte a un bivio: indire elezioni anticipate, che però verosimilmente porterebbero all’ingovernabilità, o inaugurare una fase costituente per il resto della legislatura. L’accelerazione, è stato sottolineato nel corso dei lavori del parlamentino democratico, non è scevra da rischi, ma questa responsabilità se la può assumere solo il Pd.
Gianni Cuperlo, esponente della minoranza del partito, ha assicurato il suo contributo per l’unità del partito ma ha chiesto di non procedere a un voto. Altri rappresentanti dissenzienti, tra cui Pippo Civati e Matteo Orfini, hanno messo in dubbio la possibilità di un’accelerazione senza un cambio della composizione della maggioranza (le cosiddette “strette intese”) e senza una legittimazione delle urne.
Nel corso della riunione del Pd il vicepremier Angelino Alfano si è recato a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Enrico Letta, che ha disertato la direzione democratica e disdetto un suo imminente viaggio in Gran Bretagna. A questo punto il capo del governo potrebbe presentare nelle prossime ore le sue dimissioni a Giorgio Napolitano.
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