Falcone e Borsellino celebrati nell’anniversario della strage mafiosa di Capaci; alla RSI la testimonianza di Salvatore, fratello di Paolo
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Oggi, sabato 23 maggio, a 23 anni dalla strage dello svincolo di Capaci, l’Italia ricorda la scomparsa dei due magistrati eroi nella lotta contro la mafia, assassinati nel 1992: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Diverse sono le manifestazioni organizzate in tutta la Penisola che hanno coinvolto anche il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella ed il premier Matteo Renzi.
A tracciare per la RSI un toccante ricordo intimo, personale, di quei giorni è Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il magistrato ucciso in via d’Amelio, a Palermo, il 19 luglio 1992, 57 giorni dopo l’attentato mortale a Capaci contro Giovanni Falcone e la sua scorta.
Il fratello del magistrato siciliano, che vive nel Nord Italia dalla fine degli anni ’60, ripercorre lucidamente con la memoria attimi di vita con suo fratello, fino all’ultima telefonata. Impressa, scolpita nell’ingegnere che ha lasciato la Sicilia per un nord che credeva diverso. La linea della palma, ha ricordato Borsellino citando Sciascia, sale. Le mafie si sono abituate anche ai climi più freddi.
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