Il 2017 si è concluso in Cina con una netta riduzione dell'inquinamento. La notizia è incoraggiante, ma i valori medi sono ancora lontani dalle soglie definite dall'Organizzazione mondiale della sanità. Il reportage della RSI.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 07.02.2018)
La corrispondente della Radiotelevisione svizzera ci presenta Zhou YiCollegamento esterno, un abitante di Pechino che ogni mattina -portando a spasso il cane- scatta foto con il cellulare negli stessi punti della città.
Riprende il cielo, come fa da cinque anni dalla finestra di casa sua, per un totale di oltre 1800 giorni minuziosamente classificati.
“All’inizio del 2013 a Pechino c’era un fortissimo inquinamento”, ricorda l’uomo, “da qui non riuscivo neanche a vedere l’edificio di fronte”. Tuttavia, nella capitale in inverno è ancora “molto raro riuscire a vedere le nuvole bianche”.
Tra meteo e politiche anti-smog
Nel corso del 2017, le immagini sono diventate più nitide. L’inquinamento annuale è diminuito del 20%; oltre il 50% nell’ultimo trimestre.
Ma Tianje, esperto di politiche ambientali, assicura che il miglioramento non è dovuto soltanto a condizioni meteorologiche favorevoli.
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“Molte delle fabbriche di acciaio e ferro intorno a Pechino hanno dovuto chiudere per alcuni periodi”, rivela Ma. “Ci sono state molte restrizioni sulle fonti di riscaldamento da usare, si sta passando dal carbone al gas naturale”.
Misure riconducibili alla scadenza di un piano d’azione triennale anti-inquinamento, che ha portato i politici della regione a mostrare il loro operato.
Nel paese, altre zone hanno registrato miglioramenti meno significativi o addirittura peggioramenti, e per ridurre durevolmente l’inquinamento rimangono diversi ostacoli. Riconducibili al modello economico che l’ha creato.
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