Rientro dei capitali “appeso” all’autoriciclaggio
Il Governo italiano prenderà in esame la norma venerdì, tra molti dubbi ed incertezze
La legge sul rientro dei capitali che l’Italia deve varare, il cui testo è in parte da riscrivere rispetto a quello redatto dal Governo Letta, è appesa alla norma sull’autoriciclaggio. Il tema, che interessa da vicino anche la Confederazione in vista di accordi fiscali che potrebbero concludersi nella primavera del 2015, potrebbe essere accennato dal prossimo consiglio dei ministri di venerdì, durante la discussione sulla riforma della giustizia.
A darne notizia è il Sole 24 Ore, quotidiano economico italiano, che nell’ultimo anno ha seguito da vicino il dossier “Italia-Svizzera” sui nodi della doppia imposizione, del rientro dei capitali e della tassazione dei frontalieri. “Questa norma – (autoriciclaggio ndr) si legge a pagina 2 – destinata a entrare nel codice penale, riformando l’articolo 648-bis che oggi esclude dalla punibilità chi ricicla e ripulisce “in proprio” il denaro di provenienza illecita, è strategica per il successo dell’altra legge al vaglio della Camera, quella sul rientro dei capitali”. L’articolo prosegue specificando che “se la norma sull’autoriciclaggio venisse sfilata dalla legge sul rientro dei capitali, il rischio flop dell’operazione (da cui il governo si attende qualche miliardo di euro) è pressoché garantito”.
Per il quotidiano di Confindustria il tema è evitare la doppia punibilità per un singolo fatto – quello di avere capitali non dichiarati all’estero – limitando la contestazione di auto riciclaggio all’ulteriore vantaggio conseguito in attività imprenditoriali o finanziarie, sostituendo, trasferendo o impiegando il denaro, i beni o le altre utilità di provenienza illecita. Le consultazioni, anche su questo tema, termineranno mercoledì pomeriggio, prima di approdare in consiglio dei ministri ma la soluzione più ovvia potrebbe essere quella di lasciare l’autoriciclaggio dentro la legge sul rientro dei capitali. (red)
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