L’Oms chiede lo stop alla vendita di animali selvatici
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha chiesto di fermare la vendita di mammiferi selvatici vivi nei mercati alimentari per prevenire la diffusione delle malattie infettive.
La notizia scioccante dello scorso anno dei milioni di visoni d’allevamento uccisi in Danimarca poiché in questi animali era stata trovata una nuova variante di coronavirus è un segnale di come possa essere delicato il rapporto dell’uomo alla natura.
“Gli animali, in particolare quelli selvatici, sono la fonte di oltre il 70% di tutte le malattie infettive emergenti nell’uomo, molte delle quali sono causate da nuovi virus. I mammiferi selvatici, in particolare, rappresentano un rischio per l’emergere di nuove malattie”, si legge nella dichiarazione dell’Oms.
La trasmissione del virus Covid -19 all’uomo attraverso gli animali selvatici è una delle spiegazioni più plausibili dell’origine della malattia, secondo dli esperti dell’organizzazione.
In un recente rapporto, hanno sottolineato che un mercato a Wuhan, la metropoli cinese in cui sono stati segnalati i primi casi, sembra essere stato uno dei punti della diffusione del virus alla fine del 2019. Da allora la malattia si è diffusa in tutto il mondo e ha provocato oltre 2,93 milioni di morti.
Oltre alla sospensione delle vendite, l’Oms e altre organizzazioni internazionali chiedono il miglioramento delle norme igieniche in questi mercati tradizionali e norme per controllare l’allevamento e la commercializzazione di animali selvatici destinati a essere venduti nei mercati per il consumo umano.
Le organizzazioni auspicano poi che siano formati ispettori veterinari per applicare queste nuove regole e rafforzare i sistemi di sorveglianza al fine di rilevare rapidamente nuovi agenti patogeni e lanciare campagne di informazione e sensibilizzazione per commercianti e clienti.
Nel servizio del Telegiornale, le considerazioni di Susanna Petrone, portavoce del WWF Svizzera.
tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 14.04.2021)
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.