Le mete predilette dei profughi restano l’Europa occidentale e la Scandinavia, ma parte dei siriani cerca di riparare in Russia. Con poca fortuna, a dire il vero: visto che Mosca non riconosce come guerra quella in corso nel loro Paese, la maggior parte di essi non ottiene lo statuto di rifugiato.
Convinti di poter contare su un paese amico, i profughi siriani rimangono invece ostaggio di costose barriere burocratiche e della criminalità che guadagna sulla manodopera in nero.
Legalizzare la propria condizione significa spendere ogni risparmio e molti, come vedremo nel reportage, finiscono per vivere in clandestinità.
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