Dipendenti sleali nel 35% delle aziende svizzere
Le illegalità che emergono di più nelle aziende attraverso le denunce di informatori interni, i cosiddetti whistleblower, hanno a che fare con le frodi fiscali, il riciclaggio e le molestie sessuali: problemi che toccano il 39% delle imprese con 20 o più dipendenti tra Svizzera, Francia, Germania e Regno Unito, secondo quanto si desume mercoledì dal 'Whistleblowing report 2019'.
Il rapportoCollegamento esterno, stilato dall’EQS Group di Monaco di Baviera con la Hochschule für Technik und Wirtschaft HTWCollegamento esterno (Scuola universitaria per la tecnica e l’economia) di Coira, è frutto di un’indagine su 1392 aziende nei quattro Paesi.
In Svizzera, riferisce EQS in una notaCollegamento esterno, sono state rilevate nel 2018 irregolarità nel 35% delle società.
In base al ‘Whistleblowing report’, nelle aziende più grandi la probabilità di comportamenti scorretti è solo all’apparenza più elevata che in quelle piccole. La ragione è che nelle ditte con 250 o più dipendenti i reclami sono particolarmente frequenti.
Irregolarità che costano
La media di segnalazioni ricevute in un anno è di 52 (la maggior parte delle società ne ha ricevuta almeno una) e una su due si è dimostrata pertinente. Il 58% delle soffiate (iniziali) arriva in forma anonima.
Quanto ai danni economici, si apprende che in Svizzera i comportamenti sleali di singoli dipendenti hanno causato perdite per almeno 100’000 euro in un buon 20% dei casi segnalati.
È anche per questo, e per preservare la propria immagine, che le imprese hanno creato uffici che raccolgono le segnalazioni degli informatori interni: in media, ne dispone quasi il 60% delle società coinvolte nella ricerca. In Svizzera e Regno Unito un po’ di più.
UE avanti (sulla carta)
La percentuale di aziende sprovviste di tale istanza è comunque alta, specie in Germania e Francia, se si considera che lo scorso aprile il Parlamento europeo ha approvato una direttiva per proteggere i whistleblower che impone alle società con più di 50 dipendenti di istituire un sistema di segnalazione degli abusi.
In più di metà delle aziende che ne dispongono, anche i clienti e i fornitori, e non solo i dipendenti, possono segnalare comportamenti che giudicano illegali o non etici.
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