Fabrice Leggeri, il patron di Frontex, l'agenzia europea che assiste gli Stati nella sorveglianza dei confini esterni dello spazio Schengen, ha presentato giovedì le sue dimissioni, che saranno discusse dal consiglio di amministrazione. Questo proprio poco prima che il popolo svizzero deve decidere se aumentare il contributo sia in termini economici che di uomini.
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tvsvizzera.it/fra
Le anticipazioni di stampa sono state confermate da un portavoce del Governo tedesco nel corso di una conferenza stampa oggi, venerdì, a Berlino, e in seguito anche dalla Commissione europea. Cittadino francese, Leggeri era in carica dal 2015, l’anno della crisi migratoria.
La sua gestione era oggetto di un rapporto dell’OLAF, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, il cui contenuto è ancora confidenziale.
Già da anni, tuttavia, l’agenzia è anche nel mirino di critiche regolari, in particolare da parte di organizzazioni non governative, che le rinfacciano respingimenti illegali e un’eccessiva accondiscendenza nei confronti della Grecia e delle sue operazioni di rinvio in direzione della Turchia. Mercoledì un’inchiesta pubblicata da Le Monde e Lighthouse Reports ha dimostrato che fra il marzo del 2020 e il settembre del 2021 diversi di questi casi sono stati irregolarmente catalogati come azioni di “prevenzione alla partenza” compiute in acque turche.
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Nel periodo sotto la direzione di Leggeri, Frontex ha visto crescere la sua importanza. I suoi effettivi fra guardiacoste e guardie di frontiera dovrebbero raggiungere le 10’000 unità entro il 2027. Il progetto di potenziamento è di interesse anche per la Svizzera, che vedrebbe aumentare il suo contributo sia in termini economici (dai 24 attuali fino a 61 milioni di franchi) che di uomini (a una quarantina di unità, fino al 2021 sono state 6 in media). Sulla questione il popolo sarà chiamato a pronunciarsi prossimamente, il 15 maggio. Stando ai sondaggi, l’oggetto verrà accolto.
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