Seconda nottata di scontri a Belgrado
Si sono protratti fino a mezzanotte gli scontri fra polizia e manifestanti antigovernativi a Belgrado. Solo nelle prime ore di giovedì le forze dell'ordine hanno assunto il controllo dei punti sensibili del centro della capitale serba, teatro per il secondo giorno consecutivo di disordini e violenze per circa quattro ore.
Iniziata in modo pacifico di fronte al Parlamento, con fischietti e slogan, la protesta è degenerata: agenti in assetto antisommossa e centinaia di dimostranti violenti si sono affrontati in una vera e propria guerriglia urbana. Al lancio di sassi, bottiglie e fumogeni dei facinorosi -che hanno incendiato cassonetti e altri contenitori- la polizia ha risposto con manganelli e gas lacrimogeni.
Dieci poliziotti risultano feriti ma le stesse forze dell’ordine sono accusate di uso eccessivo della forza, dopo che su Internet hanno iniziato a circolare immagini di manifestanti presi a manganellate. Non è noto quanti di essi abbiano dovuto essere soccorsi.
Già la notte precedente una vasta area del centro città era stata trasformata in campo di battaglia.
È ormai evidente che alla base della protesta non ci sia soltanto l’insoddisfazione per le annunciate nuove restrizioni anti-Covid in Serbia, bensì motivazioni politiche e di ostilità al governo e al presidente Vucic.
Nella tarda serata di mercoledì, dopo le manifestazioni che hanno visto in tutto circa 5’000 persone per le strade della città, il ministro dell’interno Neboisa Stefanovic ha stigmatizzato i nuovi disordini nella capitale, affermando che nel Paese a nessuno sarà consentito di prendere il potere senza partecipare alle elezioni nel rispetto delle regole democratiche.
Nel servizio RSI, i dettagli sul contagio e le restrizioni in Serbia, e le voci di alcuni dimostranti.
“È chiaro che non si tratta del coronavirus o delle misure restrittive prese per l’epidemia, ma solo ed esclusivamente di violenza pura e gratuita”, ha detto Stefanovic in una conferenza stampa. Chiunque può protestare e manifestare pacificamente, ha proseguito il ministro, ma chi esce per strada solo per atti di violenza verrà perseguito e ne risponderà nei termini di legge, ha concluso.
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