Reportage da Subotica, città al confine con l'Ungheria, dove i profughi accampati una ex fabbrica trovano ristoro grazie al cibo offerto ogni giorno da privati cittadini
Continua l’afflusso di rifugiati sulla rotta balcanica: quasi 2’000 persone sono entrate in Macedonia dalla Grecia tra mercoledì e giovedì. La chiusura del confine ungherese, verso il quale si dirigono, rischia di far aumentare la loro presenza in Serbia.
Questo non impedisce agli abitanti e alle autorità locali di mostrarsi solidali con i migranti. In una ex fabbrica di mattoni alla perideria di Subotica, che da due anni è sempre più spesso l’ultima fermata dei migranti prima di tentare il balzo verso l’Ungheria, ogni mattina volontari sfamano i bisognosi.
Le 150 pagnotte le paga una banca del posto, ma ci sono anche uova, yogurt, latte, legumi e altro cibo offerto da privati cittadini. La Serbia, che è uno dei paesi più poveri d’Europa, mostra comprensione e solidarietà verso chi fugge da guerra e miseria.
Intanto, l’assessore ai servizi sociali di Subotica -120 mila abitanti- pensa all’inverno. Con il potenziamento della barriera ungherese, i migranti potrebbero essere costretti a trattenersi più a lungo proprio nella stagione fredda.
Il comune progetta di posare dei container o riparare qualche vecchio edificio.
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