Corno d’Africa, milioni di persone allo stremo
Nel Corno d’Africa, la siccità mette a dura prova la popolazione. Secondo un rapporto Unicef, 17 milioni di persone rischiano di morire di fame o sopravvivere in stato di acuta malnutrizione a causa della persistente carestia. In Somalia, ha reso noto sabato il primo ministro, sono morte oltre cento persone in 48 ore nella sola regione di Bay, nel sud del Paese, nel quale lo scorso martedì è stato dichiarato lo stato di calamità nazionale.
Dal settembre 2015, in Somalia e Sud Sudan non piove più o piove pochissimo, anche durante la stagione delle piogge. Le autorità locali hanno lanciato un appello alla comunità internazionale per aiuti urgenti.
L’Onu ha già stimato che servirebbero almeno 825 milioni di dollari per evitare una nuova catastrofe. In Somalia, tra il 2010 e il 2012, morirono di fame 260 mila persone.
Di queste vittime della siccità, chi può cerca di fuggire almeno in Etiopia, paese che offre più infrastrutture ed è ormai diventato lo Stato africano che ospita il maggior numero di profughi, anche quelli che scappano da guerre o regimi violenti, come i sud sudanesi e gli eritrei.
L’Etiopia è, a sua volta, un paese dal quale si fugge. Per cercare fortuna, o perché perseguitati per l’appartenenza a minoranze etniche. Qui il reportage della RSI dalla regione di Oromia, punto di partenza di tanti viaggi della speranza.
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