Stati Uniti, dopo l’aborto, nel mirino i matrimoni omosessuali
Negli Stati Uniti dopo la sentenza della Corte Suprema che cancellato il diritto costituzionale all’aborto, non ci sono solo le donne sul piede di guerra. Anche la comunità Lgbt guarda preoccupata la svolta conservatrice della Corte, che nella sua sentenza – esplicitamente – mette in discussione le relazioni e i matrimoni gay.
“Ora sono a rischio anche le nozze gay e i diritti alla contraccezione”: lo ha ribadito Joe Biden incontrando virtualmente una decina di governatori democratici per coordinare una risposta dopo la decisione shock della corte suprema di cancellare la storica sentenza ‘Roe v. Wade’ che nel 1973 aveva legalizzato il diritto all’interruzione di gravidanza.
E mentre il presidente sbatte la testa contro la debolezza del suo partito, i repubblicani accelerano la ‘restaurazione’ contro le libertà individuali negli stati da loro controllati. A guidare il fronte è il Texas, che aveva già varato una delle leggi più restrittive sull’aborto ed è in prima linea nelle misure che criminalizzano i genitori alla ricerca di operazioni per il cambio di sesso dei loro figli transgender.
Intanto la comunità locale Lgbtq+ è in allarme, teme che il Texas possa cancellare tutte le conquiste degli ultimi decenni, rispolverando anche il bando contro le nozze gay del 2005, che fu smantellato nove anni dopo dalla corte suprema. “Non è affare del governo con chi fai sesso. Si sono introdotti nell’ufficio del medico e in classe, ora si vogliono introdurre nella camera da letto, è un abuso del governo”, attacca Ricardo Martinez, chief executive di Equality Texas, un gruppo per i diritti Lgbtq+, riferendosi alle ingerenze su aborto e programmi scolastici.
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