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Trump si appella all’unità, ma rilancia sul muro

Donald Trump con alle sue spalle il vicepresidente Mike Pence e la speaker della Camera Nancy pelosi
La speaker della Camera Nancy Pelosi (alle spalle di Trump in compagnia del vicepresidente Mike Pence) ha seguito impassibile il discorso di Trump, limitandosi ad alzare in alcune occasioni gli occhi al cielo. Keystone

Nel tradizionale discorso sullo Stato dell'Unione pronunciato martedì davanti al Congresso, Donald Trump ha cercato di lanciare un appello all'unità, senza però rimettere in discussione le sue scelte.

“Basta con stupide guerre politiche e con queste indagini ridicole e di parte. No alla vendetta e alla resistenza, bisogna scegliere la strada della grandezza”. Nella sua allocuzione davanti ai parlamentari, Donald Trump ha insistito sulla necessità di scendere a compromessi e ha cercato di evitare attacchi troppo frontali ai democratici, che hanno riconquistato la maggioranza alla Camera.

“Il programma che presenterò questa sera – ha esordito il presidente – non è né repubblicano né democratico. È quello del popolo americano. Insieme possiamo spezzare decenni di stallo politico, superare le vecchie divisioni, curare le vecchie ferite, costruire nuove coalizioni, forgiare nuove soluzioni e sbloccare il futuro dell’America. La decisione è solo nelle nostre mani”.

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L’appello ha però poche chance di essere ascoltato dagli avversari politici. “Si ha l’impressione che ogni anno il giorno del discorso sullo Stato dell’Unione il presidente si svegli con un improvviso desiderio di unità. Mentre gli altri 364 giorni dell’anno, il presidente passa il suo tempo a dividerci”, ha ironizzato ancor prima dell’inizio del discorso Chuck Schumer, uno dei senatori democratici più in vista.

“Il muro si farà”

Nel suo discorso, Trump ha ribadito la volontà di costruire il muro al confine con il Messico, “perché abbiamo il dovere morale di creare un sistema immigratorio che protegga le vite e il lavoro dei nostri cittadini; il muro salva vite e rende l’America più sicura”.

Un muro che i democratici non vogliono e che rischia di trascinare il paese in un nuovo shutdown se entro il 15 febbraio non verrà trovato un accordo complessivo sulla sicurezza al confine col Messico.

Trump ha poi difeso le sue scelte di politica estera, soprattutto dopo che il Senato – con il voto di un gruppo di repubblicani ribelli – si è pronunciato contro il ritiro da Siria e Afghanistan prima della sconfitta definitiva di al Qaida e dello Stato islamico. “Basta guerre senza fine”, ha esclamato Trump.

L’inquilino della Casa Bianca ha poi annunciato che incontrerà per la seconda volta il leader nordcoreano Kim Jong un, “il 27 o 28 febbraio in Vietnam”.

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