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Charlie Hebdo, apre il maxiprocesso

La copertina della rivista satirica della settimana dopo la strage.
La vignetta di Maometto in copertina sul primo numero dopo la strage. Una provocazione misurata: il Profeta con una lacrima sul viso e la scritta divenuta famosa "Je suis Charlie", sotto il titolo "Tout est pardonné" (Tutto è perdonato). Keystone / Koen Van Weel

Inizia oggi il processo per la strage nella redazione di Charlie Hebdo e nel supermercato Hyper Cacher del 2015.  Il settimanale satirico francese ha ripubblicato per l'occasione le caricature di Maometto che ne avevano fatto un bersaglio del terrorismo islamico.

Sono 14 gli imputati che compariranno in aula da mercoledì, tutti accusati a livelli diversi di sostegno logistico ai due killer, i fratelli Said e Cherif Kouachi, e ad Amédy Coulibaly, i 3 autori degli attacchi che per 3 giorni terrorizzarono la Francia. Tutto il processo sarà filmato per il suo “interesse nella costituzione di archivi storici”, ha fatto sapere la giustizia. Inizialmente previsto prima dell’estate, il processo è stato rinviato a causa della crisi sanitaria e si svolgerà sotto stretta sorveglianza al tribunale di Parigi.

La strage del 7 gennaio 2015

Il 7 gennaio 2015, i fratelli Kouachi, jihadisti, hanno dato l’assalto a mano armata alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, in piena Parigi, uccidendo 12 persone durante la riunione di redazione. A perdere la vita, fra gli altri, i disegnatori storici della rivista, Cabu e Wolinski. I due terroristi riuscirono a fuggire.

Il giorno dopo, un delinquente radicalizzato in carcere, Coulibaly, uccise una poliziotta a Montrouge, banlieue sud di Parigi, poi il 9 gennaio tolse la vita a 4 ebrei durante una presa di ostaggi in un supermercato di prodotti kosher. Morì nell’assalto sferrato dalle teste di cuoio antiterrorismo, mentre i Kouachi erano stati eliminati poco prima dopo essersi asserragliati in una tipografia vicino alla capitale.

Per due mesi e mezzo, la durata prevista del processo, la corte d’assise ascolterà 144 testimoni e 14 periti per determinare il ruolo degli imputati e quanti fossero al corrente degli attacchi del gennaio 2015.

Sul processo ecco il servizio di presentazione del telegiornale:

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Il terrorismo resta una minaccia seria in Francia

Il governo francese ha reso noto che 8132 persone in Francia restano schedate a rischio radicalizzazione a carattere terroristico. Il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, sottolinea che la minaccia terroristica “resta estremamente elevata sul territorio”, e ha precisato che “il rischio terroristico di origine sunnita resta la principale minaccia alla quale è esposta” la Francia. “La lotta contro il terrorismo islamico resta una delle grandi priorità del governo – ha aggiunto Darmanin – non rinunceremo mai a dare la caccia senza tregua a questi nemici della Repubblica”.

Il parere dell’esperto di intelligence Gianandrea Gaiani:

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tvsvizzera.it/fra con RSI

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