Il mar Egeo continua ad inghiottire vite. La scorsa notte si è preso quelle di altri 18 disperati in fuga dalla guerra, nell’ennesimo drammatico naufragio davanti alle coste turche. Più della metà erano bambini. La barca, una piccola imbarcazione in legno, carica di profughi provenienti da Iraq, Siria e Pakistan si è rovesciata a Bodrum Bay, circa 3,5 km dalla costa sud-occidentale della Turchia. È allora che alcuni pescatori nei paraggi hanno sentito le urla dei profughi e hanno avvertito la guardia costiera.
Il bilancio di vittime è provvisorio dato che i media turchi parlano di “almeno” 18 morti, compresi 10 bambini. Tra i corpi recuperati in mare dalla Guardia costiera anche quelli di quattro donne. Il corpo di una di loro è stato ritrovato dai militari in una cabina. La donna era al quarto mese di gravidanza. Quattordici naufragi sono stati invece tratti in salvo. Tutti sono stati portati in un ospedale di Bodrum. Ma undici di loro, trovati in stato di ipotermia, sono in condizioni critiche.
Secondo i media turchi, i migranti erano diretti all’isola greca di Kos. Nel corso dell’ultimo anno, migliaia di persone hanno intrapreso brevi ma pericolosi viaggi per il Mar Egeo, nel tentativo di raggiungere l’Europa settentrionale e occidentale.
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