Iran, Trump smorza i toni
Donald Trump ha giocato mercoledì la carta della distensione dopo il lancio di missili iraniani su basi militari in Iraq dove sono stanziati soldati USA. Il presidente statunitense ha dichiarato che non ci sono state vittime americane e si è detto "pronto alla pace". Ha però annunciato nuove sanzioni economiche per Teheran.
L’inquilino della Casa Bianca si è felicitato che Teheran “sembri indietreggiare”. Segnale di ciò sarebbe il fatto che l’operazione lanciata nella notte come rappresaglia per l’uccisione del generale Qasem Soleimaini da parte statunitense “non ha ucciso nessun americano”, ha dichiarato Trump.
“Gli Stati Uniti sono pronti alla pace con chiunque la voglia”, ha concluso.
Durante il suo atteso discorso dopo l’attacco, il presidente statunitense non ha dunque evocato la risposta militare, scongiurando, almeno per ora, lo spettro di un’escalation di tensioni nella regione se non addirittura di una guerra aperta con Teheran.
Ha però annunciato l’introduzione immediata di nuove sanzioni economiche nei confronti della Repubblica islamica. Ha anche invitato le potenze firmatarie a stralciare l’accordo sul programma nucleare di Teheran (da cui gli Stati Uniti si sono ritirati nel 2018) per stilarne uno nuovo.
Poco prima, il leader supremo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei si è rivolto a una folla che scandiva le parole “morte all’America” dicendo che gli attacchi sono stati “uno schiaffo in faccia” agli Stati Uniti che a suo dire devono lasciare la regione.
Il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif ha dichiarato che l’operazione contro le basi “ha concluso” la risposta del suo paese per l’uccisione di Soleimaini. “Non cerchiamo nessuna escalation, né una guerra, ma risponderemo a qualsiasi aggressione”, ha scritto su Twitter.
La reazione delle Nazioni Unite
“Abbiamo preso nota del discorso del presidente americano Donald Trump, e applaudiamo qualsiasi indicazione che i leader facciano un passo indietro dal rischio di un grave scontro e facciano tutto il possibile per evitare una ulteriore escalation”. Lo ha detto Stephane Dujarric, il portavoce del segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
Tuttavia, se le rappresaglie iraniane sono terminate così non è per quelle delle forze pro-Iran in Iraq, le quali hanno promesso che continueranno a lottare “fino a che ci saranno soldati americani sul territorio”.
Per un’analisi di quanto avvenuto nelle ultime ore, la Radiotelevisione svizzera ha parlato con Vittorio Emanuele Parsi, professore di relazioni internazionali alla Cattolica di Milano.
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