Trump annulla attacco mirato contro l’Iran
Il presidente statunitense Donald Trump avrebbe approvato e poi annullato, giovedì, attacchi militari mirati contro l'Iran, dopo l'abbattimento di un drone americano che sorvolava lo Stretto di Hormuz da parte di forze iraniane. Lo riporta il New York Times, secondo cui l'offensiva sarebbe dovuta avvenire prima del tramonto nel Paese, per minimizzare i rischi per i civili.
Fonti del quotidiano americano riferiscono che alle 19 di giovedì ora di Washington (l’1 di venerdì in Svizzera) i funzionari militari e diplomatici erano in attesa dell’attacco, dopo un intenso dibattito tenutosi nelle ore precedenti alla Casa Bianca.
Il contrordine, si apprende, è arrivato quando l’operazione era nelle fasi iniziali, con aerei già in volo e le navi posizionate. “Non è chiaro”, scrive il giornale, “se Trump abbia solo cambiato idea o se l’amministrazione abbia rivisto il piano per problemi logistici”. Non è dunque escluso che gli attacchi siano solo stati posticipati.
L’avvertimento
Responsabili iraniani, citati dalla Reuters, riferiscono che il presidente statunitense ha inviato un messaggio nel corso della notte all’Iran, tramite l’Oman, mettendo in guardia su un “attacco imminente”.
“Nel messaggio, Trump ha detto di essere contro la guerra e di voler parlare con Teheran di varie questioni”, si afferma. “Ha dato un breve tempo per una risposta, ma il responso immediato è stato che questa è materia di decisione della Guida Suprema Ali Khamenei, al quale il messaggio è stato inoltrato”.
Le divisioni
Secondo indiscrezioni, la Casa Bianca è spaccata sulla possibile azione: il segretario di Stato Mike Pompeo, il consigliere alla sicurezza nazionale John Bolton e il direttore della Cia Gian Haspel sarebbero a favore, mentre i funzionari del Pentagono sarebbero scettici, poiché convinti che ne scaturirebbe un’escalation tale da mettere a rischio le forze americane nell’area.
Intanto l’Iran, per voce del ministro degli esteri Mohammad Javad Zarif, ribadisce che il drone è stato abbattuto sul suo territorio e non nello spazio aereo internazionale, come sostenuto dagli USA. Il velivolo, ha spiegato Zarif in un tweet, era “decollato dagli Emirati Arabi Uniti in modalità invisibile e ha violato lo spazio aereo iraniano”; sezioni del drone sono state recuperate in acque territoriali.
La lettera all’Onu
I dettagli dell’operazione, con quella che Teheran ritiene essere l’esatta posizione del velivolo, sono contenuti in una lettera inviata venerdì dall’ambasciatore iraniano alle Nazioni Unite, Majid Takht-e Ravanchi, al segretario generale Antonio Guterres. Vi si spiega che il drone, “impegnato in una chiara operazione di spionaggio”, avrebbe ricevuto “ripetuti avvertimenti radio”.
“Anche se l’Iran non cerca la guerra si riserva i suoi diritti, in base all’articolo 51 della Carta dell’Onu, e di prendere tutte le necessarie misure appropriate contro ogni atto ostile di violazione del proprio territorio ed è determinato a difendere le sue terre, il suo mare e i suoi cieli”, scrive l’ambasciatore, chiedendo a Guterres di presentare la sua missiva come “documento al Consiglio di sicurezza”.
Ravanchi invita inoltre la comunità internazionale a chiedere agli USA “di porre fine alle loro continue misure illegali e destabilizzanti nella già volatile regione del Golfo Persico”.
Rotte modificate
La Federal Aviation Administration, autorità statunitense per il trasporto aereo, ha vietato alle compagnie americane di sorvolare lo Stretto di Hormuz e il Golfo dell’Oman. Anche le compagnie Lufthansa, British Airways, Klm e Qantas hanno annunciato di aver modificato le rotte dei loro apparecchi nella regione per ragioni di sicurezza.
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