Sono nove i pacchi bomba sospetti indirizzati negli Stati Uniti ad alti esponenti democratici o critici del presidente Donald Trump intercettati sinora. L'ultimo è quello per l'ex vice presidente, il democratico Joe Biden.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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“Troveremo i responsabili e li assicureremo alla giustizia il prima possibile. Lo ha detto Donald Trump nel suo comizio elettorale in Winsconsin. La violenza politica “è un attacco alla democrazia”, ha aggiunto, sostenendo che “anche i media hanno le loro responsabilità” e dovrebbero “mettere fine alle loro incessante ostilità”. “Vogliamo che tutte le parti si uniscano in pace e armonia”, ha proseguito Trump.
Intanto l’Fbi ha ammonito a restare vigili perché “è possibile che altri pacchi siano inviati per posta in altre località”. Il Bureau invita a “non toccare, muovere o maneggiare alcun pacco sospetto o sconosciuto” e lancia un appello a fornire eventuali informazioni.
“La Casa Bianca non c’entra”
La portavoce della Casa Bianca Sarah Sanders ha respinto come “vergognose” le accuse secondo le quali il presidente Donald Trump sia responsabile per i pacchi bomba indirizzati ai suoi oppositori. C’è una grande differenza, ha sottolineato, tra “commenti fatti e azioni prese”.
A suo avviso il tycoon non è responsabile per i pacchi bomba più di quanto lo sia il senatore democratico Bernie Sanders per la sparatoria di un suo simpatizzante contro parlamentari repubblicani in un allenamento di baseball lo scorso anno in Virginia.
Da Obama ai Clinton
Prima la notizia di un pacco bomba inviato alla residenza di Bill e Hillary Clinton. Poi un ordigno simile indirizzato agli uffici di Barack Obama a Washington.
Neanche il tempo di capire cosa stesse succedendo che arriva l’allarme bomba al Time Warner Center nel cuore di Manhattan, che ospita gli studi newyorchesi della Cnn: stavolta l’ordigno è destinato all’ex numero uno della Cia John Brennan, assiduo commentatore per l’emittente televisiva e voce molto critica della presidenza Trump.
Pacchi sospetti sono poi stati inviati all’ex ministro della Giustizia di Obama, Eric Holder, al governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, alla deputata dem Maxime Waters in Congresso. E ancora in Florida all’ex presidente del partito democratico Debbie Wasserman Schulz, e in California alla senatrice dem e potenziale candidata alle presidenziali del 2020 Kamala Harris.
Tutte figure da tempo nel mirino dei gruppi dell’estrema destra e spesso attaccate dai repubblicani e dallo stesso presidente Donald Trump. Come il miliardario e filantropo George Soros, storico finanziatore dei democratici accusato di essere dietro alla carovana di migranti in arrivo al confine sud degli Usa: lui è stato il primo a ricevere un pacco bomba, lunedì, nella sua residenza a nord di New York.
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