Gilet gialli contro la ‘truffa Notre-Dame’
A oltre un mese dalle ultime devastazioni, torna la violenza nelle manifestazioni dei gilet gialli a Parigi. Nel ventitreesimo sabato consecutivo di proteste, rinfocolate da quella che alcuni manifestanti chiamano 'truffa Notre-Dame', al corteo autorizzato se ne è aggiunto uno, vietato, con 'casseur' e 'black bloc' presenti in forze. Quasi 250 persone sono state fermate.
Molti veicoli sono stati dati alle fiamme tra Bastille e République, dove il corteo non autorizzato è approdato già nel primo pomeriggio e diversi negozi -tra i quali un grande magazzino Go Sport, un McDonald’s, un negozio di cellulari- sono stati saccheggiati dai black bloc.
Lungo il percorso sono stati incendiati decine di scooter e gruppi di teppisti hanno messo di traverso un furgone, per bloccare i camion di pompieri che arrivavano a sirene spiegate per spegnere le fiamme.
Le colonne di fumo nero e le devastazioni, così come le granate assordanti e le cariche della polizia hanno restituito la scena dei peggiori sabati vissuti dalla capitale francese da novembre a questa parte. Un maxi-idrante è stato installato su place de la République, con liquido colorante per identificare in seguito i coinvolti nei disordini.
La protesta si riaccende
Il numero di manifestanti è tornato ad aumentare a Parigi. Secondo il ministero dell’Interno, sono scese in strada 27’900 persone in tutta la Francia delle quali 9’000 nella capitale, contro i 31’100 e 5’000 di sabato scorso.
I gilet gialli reclamano un maggior potere d’acquisto e più democrazia diretta. Contestano la politica di Macron e il rinvio dell’annuncio delle riforme, che era stato fissato per lunedì e poi posticipato per il disastro di Notre-Dame.
A riaccendere la protesta è stata anche la maxi-colletta seguita all’incendio della cattedrale. “Milioni per Notre-Dame, e i poveri?” si leggeva su alcuni cartelli, “Notre-Dame non siamo noi” su altri.
Il contenuto trapelato dell’annuncio di Marcon, fanno sapere i leader della protesta, non si avvicina neppure alle loro richieste: non si parla di Referendum di iniziativa cittadina, né di ripristino della patrimoniale.
L’attenzione sul 1° maggio
La polizia, per questo ventitreesimo sabato, ha schierato 60’000 uomini, di cui 5’000 nella capitale. A inizio giornata la prefettura aveva invitato a “isolare i gruppi violenti”, appello osservato solo dai partecipanti al corteo autorizzato, che è partito dalla banlieue di Saint-Denis e non ha avuto punti di contatto coi gilet gialli e casseur di République.
Mentre si attende che Macron illustri, giovedì, le sue decisioni, sono già temuti disordini per il 1° maggio, Festa dei lavoratori, giornata tradizionalmente dedicata alle rivendicazioni sindacali nella quale potrebbe confluire tutto il malcontento nei confronti del governo.
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