‘El Chapo’ condannato all’ergastolo negli USA
Il narcotrafficante messicano Joaquín Guzmán Loera, noto come 'El Chapo', è stato condannato mercoledì all'ergastolo da una corte di New York, Stati Uniti, per dieci capi di imputazione. La pena inflitta a Guzmán, già capo del cosiddetto Cartello di Sinaloa, comprende un'ulteriore condanna a 30 anni per l'uso di armi e un risarcimento miliardario.
Guzmán, 62 anni, estradato negli USA nel 2017, era stato riconosciuto colpevole lo scorso febbraio per il traffico di tonnellate di cocaina, eroina e marijuana, riciclaggio di denaro e omicidi come boss di una delle più grandi e violente organizzazioni messicane dedite al traffico di droga.
Il verdetto di colpevolezza per tutti e 10 i capi d’imputazione era giunto al termine di un processo super blindato durato tre mesi, che ha visto sfilare oltre 50 testimoni.
Il giudice ha anche ordinato al condannato di restituire 12,6 miliardi di dollari, come chiedeva l’accusa: la somma equivarrebbe ai proventi del traffico di droga negli Stati Uniti gestiti dal suo cartello, prima che fosse arrestato in Messico e processato negli USA.
“Processo ingiusto”
L’imputato, che ha preso la parola prima della sentenza, si è lamentato delle condizioni carcerarie di duro isolamento e ritiene che gli sia stato negato un giusto processo.
Secondo l’avvocato del narcotrafficante, il dibattimento sarebbe stato “macchiato” dai pregiudizi dei giurati, i quali avrebbero letto impropriamente la copertura dei media.
In attesa del già annunciato appello, Guzmán sarà detenuto nel penitenziario federale ADX di Florence, in Colorado, dove sono rinchiusi alcuni dei peggiori criminali condannati negli Stati Uniti.
Dagli agrumi agli stupefacenti
A capo per un quarto di secolo di uno dei più potenti cartelli della droga, ‘El chapo’ è nato da una famiglia povera in un villaggio di montagna.
Partito come venditore di arance, caramelle e bibite gassate, si era poi messo a coltivare marijuana e papaveri per l’oppio finché non era stato reclutato da un signore della droga. Dopo l’arresto di quest’ultimo nel 1989, si era messo in proprio creando un impero con ramificazioni europee ed asiatiche.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.