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Immigrazione, giudice USA ferma Trump

Un giudice federale di Seattle ha bloccato venerdì l’ordine esecutivo del presidente Donald Trump, che vieta per tre mesi l'entrata negli Stati Uniti di cittadini provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana considerati a rischio terrorismo.

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“Una decisione storica”, ha commentato il procuratore generale dello Stato di Washington Bob Ferguson, lo stesso ad aver dato il via all’azione legale e pronto ad arrivare fino alla Corte suprema. “Non è la voce più forte che prevale nel nostro sistema giuridico, ma la Costituzione, e neppure il presidente americano può considerarsi al di sopra della legge”.

La Casa Bianca sta già preparando un ricorso contro quella che è un’ingiunzione restrittiva valida da subito su tutto il territorio nazionale: nella notte, le compagnie aeree hanno potuto immediatamente reimbarcare i cittadini provenienti dalle black list. Ma i provvedimenti di carattere nazionale da parte di un giudice federale sono rari e bisognerà aspettare per vedere che cosa davvero accadrà.

Secondo il magistrato, l’ordine esecutivo firmato da Trump una settimana fa è incostituzionale perché discrimina le persone su base religiosa.

La sfida legale era partita da alcuni Stati, particolarmente proprio da quello di Washington e dal Minnesota, che ospitano molte società hi-tech che impiegano dipendenti stranieri, per le quali il decreto, che finora ha colpito almeno 60 mila persone, oltre che separare famiglie danneggia l’economia e le aziende.


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