Un giudice federale di Seattle ha bloccato venerdì l’ordine esecutivo del presidente Donald Trump, che vieta per tre mesi l'entrata negli Stati Uniti di cittadini provenienti da sette paesi a maggioranza musulmana considerati a rischio terrorismo.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (TG 12.30 del 04.02.2017)
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“Una decisione storica”, ha commentato il procuratore generale dello Stato di Washington Bob Ferguson, lo stesso ad aver dato il via all’azione legale e pronto ad arrivare fino alla Corte suprema. “Non è la voce più forte che prevale nel nostro sistema giuridico, ma la Costituzione, e neppure il presidente americano può considerarsi al di sopra della legge”.
La Casa Bianca sta già preparando un ricorso contro quella che è un’ingiunzione restrittiva valida da subito su tutto il territorio nazionale: nella notte, le compagnie aeree hanno potuto immediatamente reimbarcare i cittadini provenienti dalle black list. Ma i provvedimenti di carattere nazionale da parte di un giudice federale sono rari e bisognerà aspettare per vedere che cosa davvero accadrà.
Secondo il magistrato, l’ordine esecutivo firmato da Trump una settimana fa è incostituzionale perché discrimina le persone su base religiosa.
La sfida legale era partita da alcuni Stati, particolarmente proprio da quello di Washington e dal Minnesota, che ospitano molte società hi-tech che impiegano dipendenti stranieri, per le quali il decreto, che finora ha colpito almeno 60 mila persone, oltre che separare famiglie danneggia l’economia e le aziende.
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