Russia, 78% di ‘sì’ alla riforma costituzionale
In Russia, è stata approvata la riforma della Costituzione che consente al presidente Vladimir Putin di restare al potere, potenzialmente, fino al 2036. Dopo aver contato la totalità dei voti espressi nella votazione nazionale, la Commissione elettorale centrale ha annunciato giovedì che il 77.92% ha sostenuto gli emendamenti e il 21,27% ha votato contro.
L’affluenza alla consultazione, iniziata il 25 giugno e conclusasi mercoledì, è stata di poco meno del 68%. Il voto consolida i valori cari al presidente (prevalenza del diritto russo sui trattati internazionali, russo definito lingua-madre dello Stato, matrimonio inteso come unione fra un uomo e una donna) e ne rilancia la leadership dopo il netto calo di popolarità degli ultimi due anni.
Gli emendamenti alla Costituzione post-sovietica, varata poco meno di 30 anni fa quando al Cremlino c’era Boris Eltsin, consentono inoltre a Putin di aggirare il limite di due mandati consecutivi da capo dello Stato e candidarsi alle presidenziali del 2024 e 2030 grazie a un “reset”. Sono inoltre state riviste le prerogative del parlamento ed è stato trasformato in organo costituzionale il Consiglio di Stato (secondo alcuni osservatori, la futura “casa” di Putin).
Covid-19 in Russia. Il Paese ha superato 660’000 casi accertati dall’inizio dell’epidemia (661’165). Stando ai dati ufficiali annunciati dal centro anti-coronavirus, nelle ultime ventiquattr’ore sono stati registrati 6’760 nuovi contagi (sotto quota 7’000 per il settimo giorno consecutivo) e 147 morti. Le vittime sono ufficialmente 9’683.
Il portavoce del presidente, Dmitry Peskov, non ha esitato a definire il referendum “un trionfo” di Vladimir Putin e della fiducia dei russi nel loro leader.
Accuse di irregolarità
Il voto è contestato da più fronti, incluso naturalmente quello del principale oppositore Alexei Navalny, che ha parlato apertamente di brogli, specie per quanto riguarda il voto online.”Ciò che abbiamo dalla nostra sono svariati milioni di persone. È la nostra forza e ne daremo prova per le strade della nostra città”.
Ma che le proteste, anche di massa, possano davvero cambiare le cose è tutto da dimostrare.
“Ci rammarichiamo che, nel periodo precedente al voto nazionale, non sia stata consentita la campagna a favore e contro, negando così agli elettori l’accesso a informazioni equilibrate”, ha detto intanto Peter Stano, portavoce dell’Alto rappresentante Ue Josep Borrell.
“Ci aspettiamo che tutte le segnalazioni e le accuse di irregolarità, tra cui la coercizione degli elettori, il doppio voto, la violazione della segretezza del voto e le accuse di violenza della polizia contro un giornalista siano debitamente indagate”, ha aggiunto.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.