Secondo impeachment per Trump che condanna l’insurrezione
Una settimana dopo i fatti di Capitol Hill la Camera dei rappresentanti, a maggioranza democratica, ha approvato mercoledì l'apertura di un procedimento di impeachment nei confronti di Donald Trump, il secondo nel corso del suo mandato.
Il testo è stato sostenuto con 232 voti – di cui dieci provenienti da parlamentari repubblicani – contro 197 (e 5 astensioni). Il presidente uscente, che lascerà la carica tra poco meno di una settimana a Joe Biden, è accusato di incitamento all’insurrezione per aver incoraggiato i suoi supporter lo scorsi 6 gennaio ad assaltare il Congresso e impedire la certificazione della vittoria elettorale di Joe Biden, fatti che hanno causato la morte di cinque persone.
Dopo questo voto, che apre formalmente la procedura, si dovrà pronunciare il Senato che potrebbe decretare la messa in stato d’accusa del presidente con la maggioranza qualificata dei due terzi. “Deve andarsene, è un pericolo evidente e immediato per la nazione che tutti noi amiamo”, ha detto in aula la speaker della Camera Nancy Pelosi, evocando la recente “ribellione armata” contro le istituzioni democratiche del paese. Per la deputata dem “nessuno è al di sopra della legge”.
Successivamente Donald Trump è intervenuto sulla vicenda con un video di cinque minuti dallo Studio Ovale della Casa Bianca nel quale, senza citare la procedura attivata al Congresso, ha condannato “in modo inequivocabile la violenza cui abbiamo assistito la settimana scorsa”.
“Nessun mio vero sostenitore – ha continuato – potrebbe mai giustificare la violenza politica, (…) disprezzare le autorità e la nostra grande bandiera americana, (…) minacciare o attaccare i suoi compatrioti americani. Se fate qualcuna di queste cose non sostenente il nostro movimento, lo state attaccando. E state attaccando il nostro paese, non possiamo tollerarlo”.
Ma non tutti concordano, anche nel campo democratico, con l’iniziativa del Congresso che è seguita alla decisione del vicepresidente Mike Pence di non ricorrere al 25esimo emendamento, che prevede la rimozione del presidente incapace “di esercitare i poteri e adempiere ai doveri della sua carica”.
Joe Biden teme in proposito per la tensione politica che viene alimentata dalla procedura parlamentare durante il suo insediamento e in proposito ha diffuso una nota in cui auspica che “la leadership del Senato trovi un modo per gestire le sue responsabilità costituzionali sull’impeachment lavorando contemporaneamente anche su altre urgenze di questa nazione”, a partire dalla crisi sanitaria ed economica innescata dal Covid-19.
Intanto il Pentagono, criticato in occasione dell’irruzione degli estremisti armati a Capitol Hill, ha autorizzato il dispiegamento di 20’000 militari per la cerimonia di investitura del presidente eletto a Washington del prossimo 20 gennaio.
La corrispondenza da Washington di Massimiliano Herber:
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