In Ucraina, è passato un anno da quando l’allora presidente filorusso Viktor Ianukovitch ordinava la repressione delle proteste di Piazza Maidan. Un bagno di sangue ancora senza colpevoli conclusosi con la morte di circa 100 manifestanti. Un anniversario doloroso dunque, in un Paese che continua ad essere alle prese con i combattimenti nell’est, malgrado il cessate il fuoco in vigore.
I separatisti hanno consolidato le loro posizioni a Debaltsevo. Mentre verso le loro due roccaforti, Donetsk e Lugansk, puntano i camion, da cui sventolano le bandiere russe. Non sono carichi di armi, ma di cibo. Perché l’est dell’Ucraina non è soltanto a rischio di guerra, ma anche di catastrofe umanitaria.
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