Gli anti Brexit paralizzano il centro di Londra
Parecchie centinaia di migliaia di persone – oltre un milione secondo gli organizzatori – hanno invaso sabato le strade del centro di Londra per manifestare contro il divorzio dall’Unione europea e reclamare un secondo referendum (in ottobre i partecipanti a un’analoga dimostrazione erano stati intorno a 700'000).
Secondo gli osservatori si tratta della manifestazione più imponente tenutasi nella capitale britannica dai tempi della guerra in Iraq nel 2003.
I dimostranti sono partiti a metà giornata da Marble Arch presso l’Hyde Park e si sono diretti verso Westminster, passando vicino al numero 10 di Downing Street dove risiede la premier Theresa May.
Tra i diversi politici che hanno preso la parola davanti al parlamento, alcuni esponenti conservatori, il numero due dei laburisti Tom Watson e il primo ministro scozzese Nicola Sturgeon. Intanto la petizione lanciata questa settimana per revocare la Brexit ha raccolto in soli tre giorni più di 4 milioni di adesioni.
Da parte sua la premier Theresa May, che ha escluso a più riprese l’organizzazione di un secondo referendum – poiché a suo giudizio questo accentuerebbe le divisioni nel paese e indebolirebbe la democrazia britannica – ha lasciato intendere venerdì che potrebbe rinunciare a riproporre l’accordo firmato con l’Ue alla Camera dei comuni, che lo ha già affossato a larga maggioranza in due occasioni.
Giovedì scorso i dirigenti dei Ventisette riuniti a Bruxelles avevano proposto una proroga della Brexit dal 29 marzo al 22 maggio, in caso di accettazione dell’intesa la prossima settimana a Westminster, o al 12 di aprile in caso contrario.
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