Dalla mezzanotte di sabato, l’Ungheria ha chiuso il confine verde con la Croazia per bloccare il flusso di migranti in arrivo, dopo che un mese fa aveva sbarrato la frontiera con la Serbia.
Il flusso di migranti, naturalmente, non si ferma. Semplicemente cambia rotta: da sabato, le autorità croate deviano i profughi verso la Slovenia, dove un primo bus è già arrivato in mattinata.
La decisione ungherese era stata annunciata dopo l’incontro, giovedì e venerdì, dei leader europei a Bruxelles, vertice che secondo Budapest “non è riuscito a decidere su una forza di sicurezza comune per proteggere il confine greco”.
La chiusura, spiegano gli ungheresi, è una difesa dei confini Schengen: la Croazia ne è ancora fuori. Il copione è lo stesso del 15 settembre scorso, quando erano stati chiusi 175 km di confine con la Serbia: filo spinato, controlli stradali, anche se in due punti sarà possibile presentare domanda d’asilo.
È scattato intanto l’allarme nella vicina Slovenia, dove le autorità hanno già sospeso il traffico ferroviario dalla Croazia e dispiegato rinforzi ai confini. Tuttavia, parola del ministro dell’Interno sloveno, finché Germania e Austria terranno aperte le frontiere i migranti potranno passare.
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