Ciclone in India, oltre un milione di evacuati
Il ciclone tropicale Fani ha perso forza venerdì, dopo aver toccato l'India verso le 4.30 ora svizzera con forti piogge e raffiche di vento oltre i 200 chilometri orari. Per l'arrivo della perturbazione, le autorità di Delhi avevano ordinato giovedì l'evacuazione di 1,2 milioni persone nell'est del Paese.
Il ciclone ha colpito soprattutto la città turistica di Puri, nello Stato dell’Orissa, conosciuto per i numerosi e antichi templi induisti. Molte zone risultano allagate, migliaia di alberi sono stati sradicati e pali della luce spezzati. Un numero imprecisato di case ha perso il tetto o è stato distrutto.
Sono otto, secondo il Times Of India, le persone che hanno perso la vita, tra le quali una donna colpita da un oggetto scagliato dal vento e un anziano colpito da un infarto nella tenda per sfollati.
Fani si è in seguito spostato in direzione nordovest, verso le coste del Bangladesh, dove il governo ha ordinato l’evacuazione della popolazione di 19 distretti. Mentre le autorità aeroportuali indiane hanno fatto chiudere dal primo pomeriggio lo scalo di Calcutta, dove il ciclone -secondo il Dipartimento Meteorologico- arriverà depotenziato a 60 chilometri orari.
La National Disaster Responce Force, unità organizzativa indiana per le emergenze, ha annunciato giovedì di aver allestito in Orissa 850 campi mobili, per dare riparo a circa un milione di abitanti, anche dello Stato dell’Andhra Pradesh.
Centinaia di migliaia di persone sono state evacuate dai villaggi e dalle città costiere con treni speciali e autobus, nel giro di 36 ore.
Il traffico ferroviario ordinario era già stato sospeso giovedì mattina. Centinaia di camion e furgoni carichi di masserizie si sono mossi, in giornata, verso l’interno del Paese.
Nel 1999, un ciclone tropicale almeno tre-quattro volte meno potente di Fani, ma che prese l’India alla sprovvista, uccise 10’000 persone in 30 ore. Da allora, le evacuazioni di massa nel Paese hanno permesso di salvare migliaia di vite.
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