Il presidente americano Donald Trump ha dichiarato giovedì che lasciare la Nato "non è necessario dopo i 33 miliardi in più degli alleati" che stima di aver ottenuto al vertice di Bruxelles.
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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 11 e 12.07.2018)
Potrei farlo ma non esco” ha detto in una conferenza stampa imprevista, annunciata e tenuta in pochi minuti. In giornata, alcune fonti diplomatiche avevano riferito di una sua minaccia di lasciare l’alleanza. In realtà, era solo stato male interpretato.
“Credo nella Nato. Tutti gli Stati membri hanno concordato di aumentare le spese per la difesa a livelli mai visti prima”, ha spiegato il presidente degli Stati Uniti. “La Nato è molto più forte di ieri”, “ai Paesi avevo fatto sapere che ero estremamente scontento”, ha detto.
Buone parole in particolare per la Germania, che “ha aumentato molto sostanzialmente la sua quota. Ho grande rispetto per la Germania, mio padre era tedesco”, ha precisato.
Il 2% del PIL per la difesa
Nero su bianco, le cifre sono quelle decise mercoledì: il 2% del PIL destinato alla difesa, ovvero quel che Trump considera il minimo indispensabile (preferirebbe il 4%).
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Dopo una sessione che doveva essere destinata a discutere di Ucraina e Georgia, e nella quale il presidente USA è tornato invece ad attaccare duramente gli europei, gli alleati riconosciuto a Trump -che ci credano o no- il merito di aver fatto cambiare le cose.
Macedonia e prontezza
Mercoledì, durante la prima giornata di vertice, l’alleanza atlantica ha preso altre due decisioni di peso.
Dapprima, ha invitato la Macedonia ad aderire. Un ingresso subordinato alla ratifica definitiva dell’accordo con la Grecia sul nome ma per il quale i negoziati inizieranno subito. In Macedonia è previsto un referendum in settembre.
La Nato ha inoltre deciso di aumentare la propria rapidità di risposta in caso di attacco, fino a poter mobilitare in 30 giorni 30 battaglioni meccanizzati, 30 squadriglie aeree e 30 navi da combattimento.
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