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Nessuna fusione Alstom-Siemens, delusione a Parigi e Berlino

L'antitrust dell'Unione Europea ha rifiutato mercoledì il processo di fusione tra Alstom e Siemens che avrebbe creato un gigante del settore ferroviario. La misura, sostenuta da Parigi e Berlino, avrebbe avuto anche l'obiettivo di contrastare la concorrenza internazionale, in particolare quella cinese. 

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Il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha definito il veto di Bruxelles come “un errore economico e politico che indebolisce l’Europa”. “Il ruolo della Commissione europea, delle istituzioni europee – ha proseguito Le Maire – è di difendere gli interessi economici e industriali europei”.

Questa decisione, ha aggiunto, “impedisce ai due campioni della segnaletica e delle ferrovie, di fondersi per avere lo stesso peso del grande campione dell’industria cinese”. Per il ministro francese, in Europa ci sono “regole obsolete che bisogna riformare”.

Delusione anche a Berlino

“Prendiamo atto con rammarico della decisione”, ha detto il portavoce della Cancelliera tedesca Angela Merkel, Steffen Seibert. “Il governo tedesco si impegna per modernizzare la legge sulla concorrenza e sui cartelli”, ha continuato, facendo riferimento a una commissione che dovrà elaborare delle proposte.

Reclami

La decisione arriva dopo un’indagine approfondita da parte della Commissione sull’operazione che avrebbe permesso a Siemens e Alstom di mettere in comune le loro attività in una nuova società controllata esclusivamente da Siemens. Questa operazione avrebbe riunito i due maggiori fornitori di vari tipi di sistemi di segnalazione per ferrovie e metropolitane, nonché di materiale rotabile in Europa.

“La fusione avrebbe creato l’indiscusso leader di mercato in alcuni settori della segnaletica e un attore dominante nell’area dei treni ad altissima velocità. Avrebbe ridotto la concorrenza in queste due aree, limitando così la scelta di clienti, operatori ferroviari e gestori dell’infrastruttura ferroviaria”, scrive Bruxelles.

Durante la sua indagine approfondita, la Commissione ha ricevuto una serie di reclami da parte di clienti, concorrenti, associazioni professionali e sindacati. Ha anche ricevuto commenti negativi di diverse autorità nazionali garanti della concorrenza nello Spazio economico europeo.

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