Nel caso i rapporti post-Brexit non siano regolati da un accordo, saranno garantiti i voli diretti tra UE e Regno Unito, il trasporto merci e i diritti dei cittadini, ma solo a tempo determinato e a condizione che ci sia reciprocità da parte di Londra.
Le misure includono anche la tutela a tempo delle transazioni e dei controlli sui derivati finanziari. Comporteranno, per contro, la fine di validità del passaporto necessario ai servizi finanziari britannici per svolgere attività nei 27 Paesi membri.
Continuerà in ogni caso il programma PeaceCollegamento esterno, con i relativi finanziamenti, per la pace e la stabilità al confine tra Repubblica d’Irlanda e Irlanda del Nord.
Nove o dodici mesi
Le disposizioni unilaterali, si è appreso da fonti UE, sono di “durata breve e determinata”, “non sono sostitutive dell’accordo di divorzio” e “non riproducono le condizioni di appartenenza all’Unione”.
Per le compagnie aeree britanniche, una Brexit senza accordo significherà dunque poter effettuare solo voli diretti da e verso l’UE, ma non più voli interni all’Unione o tra quest’ultima e territori non britannici.
Questo accordo sarà valido per 12 mesi e le licenze per la sicurezza aereaCollegamento esterno solo per 9, a condizione peraltro che i vettori UE che operano nel Regno Unito si vedano riconosciuti gli stessi diritti di base.
Merci e diritti
Nove mesi è anche il periodo durante il quale sarà consentito il trasporto merci, sempre che ci sia reciprocità. Le merci dovranno essere dichiarate sia in entrata sia in uscita, e si applicheranno le regole dell’Unione doganaleCollegamento esterno, incluse quelle sulla tassazione indiretta.
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La Commissione Ue invita i 27 Paesi membri a garantire ai cittadini britannici che vivono sul loro territorio tutti i diritti (anche sociali) di cui godono attualmente, a condizione che i cittadini europei residenti nel Regno Unito beneficino dello stesso trattamento.
Analogamente, i servizi finanziari britannici non potranno più fare affari in Europa sino a quando non otterranno un nuovo passaporto, previa dimostrazione dello stesso livello di tutela previsto dalle norme UE.
Da parte britannica
Intanto, nel Regno Unito sono state pubblicate le linee guida dell’immigrazione post-Brexit. Per i 3 milioni di cittadini europei che già vivono oltremanica, non implicano nulla. Ma i nuovi immigrati saranno selezionati.
Il nuovo sistema è basato sulle competenze: priorità a chi ha doti e conoscenze ricercate. I visti di lavoro temporaneo avranno durata di un anno; di 5 anni solo per i lavoratori specializzati, purché abbiano un salario annuo garantito di almeno 30’000 sterline.
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Brexit senza accordo sempre più probabile
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Rassicurazioni non vincolanti da parte europea. È il magro bottino raccolto dalla premier britannica Theresa May durante il vertice europeo.
“Umiliazione”, “fallimento”. I quotidiani britannici hanno definito anche così il tentativo della premier Theresa May di ottenere concessioni da parte europea sull'accordo raggiunto lo scorso mese sulla Brexit. Concessioni che le sarebbero servite per convincere il Parlamento britannico ad accettare l’intesa faticosamente raggiunta con l’Unione. La stessa May aveva ammesso che, nella situazione attuale, l’accordo verrebbe affossato da Westminster.
In particolare, la premier auspicava di ottenere delle rassicurazioni giuridicamente vincolanti sulla clausola del “backstop irlandese”, che obbligherebbe la Gran Bretagna a sottostare ai regolamenti commerciali europei fino a che non sarà trovato un modo per evitare un dannoso confine “duro” tra Irlanda e Irlanda del Nord.
Un magro bottino
Davanti ai 27 al vertice europeo a Bruxelles, May ha sostenuto di credere che alla Camera dei comuni vi sia "una maggioranza che vuole dare seguito al referendum ed uscire con un accordo negoziato", sollecitando i partner europei ad aiutarla a cambiare la percezione dei parlamentari sul backstop.
Ma la risposta è stata negativa e ancora una volta i leader europei hanno ripetuto: "L'accordo non si tocca, ma possiamo aiutare con chiarimenti politici". E così è stato. I partner si sono limitati a pubblicare una dichiarazione in cui chiariscono lo scopo ed il funzionamento del “backstop”, impegnandosi a fare tutto il possibile perché non entri mai in vigore, ed eventualmente duri il meno possibile. Ma il tutto senza garanzie giuridiche vincolanti che avrebbero certamente aiutato a convincere il Parlamento britannico.
Quest’ultimo dovrebbe esprimersi sulla questione tra il 7 e il 21 gennaio. Nel caso l’accordo venisse respinto, gli scenari ipotizzati variano da un secondo referendum sulla Brexit a un divorzio dall’Ue senza accordo.
In seno all'Unione ci si sta già preparando a quest’ultima, temuta, possibilità. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha annunciato la pubblicazione di tutte le informazioni necessarie per affrontare un’eventuale “hard brexit” mercoledì prossimo.
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