Il 24 ottobre del 2001 si verificò il più grave incidente nella storia della galleria autostradale. Morirono undici persone
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“Ci siamo accorti subito che si trattava di un gravissimo incidente, ma il bilancio sarebbe potuto essere ancora più pesante: s’immagini se nel tunnel fosse rimasto bloccato un autobus con bambini o persone anziane!”. Sguardo profondo, voce ferma, Mauro Chinotti non dimenticherà mai quel giorno.
È il 24 ottobre del 2001. Un camion imbocca il portale sud nella galleria del San Gottardo. L’autista, ubriaco. Il veicolo sbanda poco dopo un chilometro dall’entrata del tunnel. Ore 9.39, lo scontro con un altro mezzo pesante, che sopraggiunge in senso opposto. Lamiere accartocciate. Un cortocircuito. Le scintille di un cavo elettrico entrano in contatto con il carburante. Le fiamme, l’esplosione, il rogo. Un incendio devastante, con la temperatura che raggiunge i 1’200 gradi. Dieci morti intossicati, l’autista carbonizzato.
Sono passati esattamente 15 anni, ma per l’ex sindaco di Airolo ed ex responsabile della manutenzione della galleria è come se fossero passati solo 15 giorni: “Se ci penso mi viene ancora la pelle d’oca”. Era un periodo veramente triste per la Confederazione, ricorda Chinotti: l’attacco dell’11 settembre a New York, il folle che neanche due settimane dopo fece fuoco in Gran Consiglio a Zugo uccidendo 14 persone, il “grounding” della Swissair e ora l’incidente nel traforo simbolo dell’operosità elvetica, davvero troppo. “Abbiamo lavorato giorno e notte e dopo soli 58 giorni il tunnel è stato riaperto. Un miracolo”.
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La testimonianza di Bruno Saba, il secondo autista coinvolto nell’incidente, riuscito a scappare poco prima dell’incendio – Archivio RSI
Antonio Perugini 15 anni fa era il procuratore generale del canton Ticino. Fu lui ad occuparsi delle indagini relative all’incidente. “Mi ricordo di scene apocalittiche – ci spiega, senza lesinare aggettivi -. Siamo entrati in un luogo completamente annerito dalla fuliggine e dal fumo, dove tutto era crollato: immagini che non possono essere cancellate dalla mia memoria”.
L’inchiesta ha stabilito che l’incidente è da imputare unicamente all’autista che quel guidava ubriaco. Per confermarlo, tuttavia, è stata istituita una squadra composta da tecnici e periti che hanno dovuto passare in rassegna migliaia di informazioni per verificare se non vi fossero pure altre responsabilità.
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