Nel primo trimestre del 2017, i lavoratori frontalieri in Svizzera erano 317.821, ovvero lo 0,2% in meno rispetto ai tre mesi precedenti e il 2,8% in più dello stesso periodo del 2016. Il canton Ticino, con 64'670 unità, registra un incremento dello 0,5% sul trimestre e del 3,6% su base annua. L’aumento su base annua a livello svizzero è il più basso registrato da fine 2009.
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tvsvizzera.it/ri con RSI (Quotidiano del 02.05.2017)
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I dati diffusi martedì dall’Ufficio federale di statistica indicano che il paese estero che fornisce il maggior numero di lavoratori alla Svizzera è la Francia, con 173’531 frontalieri (-0,8% rispetto a ottobre-dicembre, +2,4% su base annua). Seguono Italia (72’280, +0,6% e +3,9%), Germania (61’731, +0,3% e +2,3%) e Austria (8259, +0,6% e +2,2%).
La principale regione di destinazione è quella del Lago Lemano, in Svizzera francese (117’382), ma i frontalieri non mancano neppure a Zurigo (10’235) e nella Svizzera centrale, dove ne sono impiegati 1’874.
Il primo settore d’impiego è il terziario, con 207’830 lavoratori; il secondario conta 108’082 frontalieri e il primario 1908.
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Meno francesi
L’incremento del 2,8% su base annua a livello svizzero è il più basso registrato da fine 2009. Dallo stesso anno, non si registrava una diminuzione dei lavoratori francesi.
Nell’Arco lemanico, dove l’aumento dei frontalieri rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno rispecchia il dato nazionale (2,8%), un anno fa si era registrato un incremento di oltre il 7%.
Quanti medici?
In Ticino, su 176 medici con responsabilità dirigenziali e di formazione impiegati dall’Ente Ospedaliero Cantonale, 10 sono frontalieri. È la risposta del governo a un’interrogazione sulla presenza di un primario con residenza all’estero da dieci anni.
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