Staminali, una voragine senza fine
Il fallimento della società di crioconservazione Cryo-Save colpisce 350'000 famiglie e obbliga a ripensare le leggi in Svizzera. Reportage.
Il fallimento nell’agosto 2019Collegamento esterno della società svizzera Cryo-Save, una delle maggiori banche private per la conservazione di cellule staminali cordonaliCollegamento esterno, ha aperto una voragine: 350’000 famiglie coinvolte in 40 paesi; una denunciaCollegamento esterno da parte dell’Ufficio federale della sanità pubblica; indaginiCollegamento esterno avviate da Swissmedic, l’organo di controllo svizzero, e dalla procura di Ginevra che ora ha aperto un fascicolo contro il CEO dell’azienda, a cui si imputa una mezza dozzina di reati contro la Legge federale sui trapiantiCollegamento esterno e contro il patrimonio. E una parte dei campioni che non si trova più.
L’apprensione delle famiglie
Gli accordi stipulati dalle famiglie con Cryo-Save prevedevano contratti di custodia anche trentennali. “Ci chiediamo in che condizioni siano le cellule staminali delle nostre figlie”, ci dicono Karin e Devis Bruni a Mesocco. Le autorità sanitarie non rispondonoCollegamento esterno perché “i contratti con Cryo-Save sono di natura privata”, aggiunge Stefanie Pirri che da Basilea coordina un gruppo di ex clienti in Svizzera.
I campioni in Polonia
In realtà Cryo-Save, prima di depositare i bilanci, tra febbraio e giugno, aveva trasferito – dal laboratorio a Ginevra e da altri paesi europei – i tank con il materiale genetico raccolto in quasi 20 anni di attività. A prenderli in consegna, tramite un contratto di backupCollegamento esterno, la PBKM/Famicord di Varsavia. La società svizzera, però, ha continuato a raccogliere campioni anche nei mesi successivi il trasferimento. Campioni di cui ora non si sa più nulla.
Soluzioni concrete
Le due procedure giudiziarie (penale e fallimentare) rendono i tempi lunghi e i risultati incerti. In Italia, ma a beneficio di tutti, “abbiamo scelto la via del dialogo e del confronto”, precisa Massimiliano Seregni, coordinatore del gruppo genitori Cryo-Save. È riuscito a far sedere le famiglie davanti ai CEO di Famicord e CSG-BIO, che ha acquistato il marchio Cryo-Save. Sul piatto ci sono 350’000 contratti di crioconservazione del valore di circa 3’000 franchi ciascuno. E nessuna delle due società è attualmente proprietaria dei rapporti contrattuali di Cryo-Save.
Berna rivede le regole
Il caso Cryo-Save, ci ha spiegato l’UFSP, ha portato le autorità a voler migliorare i requisiti legali del settore. In particolare allineando le norme elvetiche a quelle internazionali.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.