A Ginevra, la primavera inizia quando lo decide l’ippocastano della Repubblica
La botanica ginevrina ha radici profonde e ancora oggi vive anche attraverso una tradizione insolita: l'osservazione dello schiudersi della prima foglia dell'ippocastano della Treille da parte di un funzionario cantonale, il "sautier".
Ginevra è un luogo di scienza. Non solo per la fisica quantistica, con il CERN. Lo è anche per la botanica, quella che Jean-Jacques Rousseau, nato nella città sul lago Lemano, definiva “scienza gentile” (science aimable). Ai tempi del filosofo era praticata intensamente dall’alta società.
La botanica ginevrinaCollegamento esterno è considerata una delle tradizioni viventi nazionali e le sue origini risalgono al XVIII e XIX secolo, quando uno spirito naturalista investì questo angolo di Svizzera. Tra le personalità di spicco di questa moda si annoverano il già citato Rousseau (che aveva un’enorme passione per l’erboristeria, anche se lo si ricorda soprattutto per l’impronta che ha lasciato nella filosofia politica e pedagogica) e Augustin-Pyramus de CandolleCollegamento esterno, che contribuì a creare il giardino e il conservatorio botanici della città (rispettivamente nel 1817 e nel 1824), ancora oggi tra le più importanti istituzioni di questo tipo a livello internazionale.
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Ginevra è anche una città orgogliosa. Lo si capisce ad esempio durante la festa dell’ÉscaladeCollegamento esterno quando, secondo tradizione, la persona più vecchia e la più giovane presenti spaccano una marmitta di cioccolato con i pugni esclamando: “Così perirono i nemici della Repubblica!” (SBAM!), ricordando quando le truppe savoiarde furono respinte, nel 1602.
Non c’è da stupirsi, dunque, se Ginevra si vuole distinguere. Qui, la primavera non inizia il 20 o 21 marzo, ma quando lo decide il “marronier” ufficiale della Repubblica, un ippocastano che si trova lungo la passeggiata della Treille, al limitare del centro storico, davanti all’edificio ufficiale del Governo e del Parlamento cantonale.
Il sautier della Repubblica
“Siamo sicuri che [il mondo vegetale sia] un mondo silenzioso, privo della capacità di comunicare e, invece, le piante sono grandi comunicatrici”, scrive Stefano Mancuso nel suo libro L’incredibile viaggio delle piante. Sono sicuro che il botanico e saggista italiano sarebbe contento di sapere che Ginevra ha una persona il cui compito è, tra gli altri, quello di fare da interprete.
Si tratta del “sautier” della Repubblica. In origine era una sorta di guardia forestale che doveva assicurarsi che le persone si approvvigionassero di legname senza fare razzie. Divenne in seguito il responsabile delle guardie cittadine. Oggi, la funzione di sautier coincide con quella di segretario generale del Parlamento cantonale.
Il sautier si occupa di preparare le sessioni del Gran Consiglio, stabilire l’ordine del giorno, annotare le decisioni prese, garantire il buon funzionamento delle commissioni parlamentari e… tenere d’occhio un ippocastano.
Come si legge sul sito ufficiale del CantoneCollegamento esterno: “La tradizione richiede al sautier di osservare l’ippocastano ufficiale di Ginevra per determinare la schiusa della sua prima foglia che annuncia l’inizio della primavera”.
“Quando parlo della mia funzione con le persone, conoscono molto poco il mio lavoro quotidiano ma sanno che sono io che, tra virgolette, annuncio la primavera”, ci racconta l’attuale sautier, Laurent Koelliker, che ha effettuato la sua prima osservazione ufficiale nel 2017.
L’ippocastano pazzo
È un dovere che Koelliker svolge con scrupolo e professionalità. Si capisce dalla risposta che ci dà quando gli chiediamo cosa comporta, concretamente, questo compito.
Quando il clima si fa meno rigido, generalmente in febbraio, “mi reco sul posto e osservo. Ci sono due elementi che mi aiutano. Quando la temperatura è sufficientemente alta da permettere alla linfa di risalire nel tronco e nei rami, si vede che i germogli cominciano a riceverla, diventano lucidi e brillano al sole. È il segnale che l’albero sta ricominciando il suo ciclo annuale e che, nei giorni seguenti, le punte dei germogli diventeranno verdi.”.
Da quel momento bisogna aspettare almeno una decina di giorni prima dell’apparizione della prima foglia.
Il secondo elemento che gli dà una mano è un altro ippocastano, poco lontano da quello ufficiale, di una varietà diversa che fu piantato nel 1968 da un giardiniere ginevrino. Ha il soprannome di “Marronier fou” (ippocastano pazzo) e ha il vantaggio di germogliare tre settimane prima degli altri, fornendo al sautier un riferimento temporale.
Sono strategie che Koelliker ha imparato accompagnando nelle osservazioni la persona che l’ha preceduto nella sua funzione, la sautière Maria Anna Hutter la quale, a sua volta, ha chiesto la consulenza del personale del giardino botanico per sapere come svolgere al meglio l’osservazione.
“Anche io mi faccio accompagnare dalla mia vice, poiché l’idea è di utilizzare gli stessi criteri e garantire una certa continuità nella qualità delle osservazioni”, spiega Koelliker.
Non solo tradizione
Continuità è una parola chiave in questo caso. È dal 1818 che la data della schiusa della prima foglia viene annotata senza eccezioni dal sautier su una pergamena, la stessa utilizzata ancora oggi e su cui c’è ancora lo spazio per qualche anno.
Da allora, si sono succeduti 15 sautier e quattro ippocastani ufficiali. Quando uno di questi alberi si avvicina alla fine della vita e il suo ciclo annuale comincia a essere irregolare, il sautier designa un altro albero vicino, con caratteristiche simili. L’attuale marronier è “in carica” dal 2016.
Probabilmente il primo osservatore, Théodore-Marc Paul, non immaginava che la tradizione da lui lanciata nel 1818 si sarebbe rivelata uno strumento utile per lo studio degli effetti del cambiamento climatico e dell’urbanizzazione. Lo schiudersi della prima foglia si è infatti lentamente spostato da aprile a febbraio, con qualche eccezione degna di nota. La primavera ginevrina del 2003, ad esempio, è iniziata il 29 dicembre del 2002!
“Si tratta di una delle rare osservazioni botaniche che esistono ancora ai giorni nostri e che si estendono su un periodo di più di due secoli”, afferma Koelliker. “Per lo studio dell’evoluzione dell’ambiente, del clima e dell’urbanizzazione della città, è importante continuare ad alimentare questa banca-dati”.
Per il sautier, tuttavia, c’è anche un altro aspetto, non meno rilevante, che gli fa apprezzare questo insolito compito. “Ci sono tradizioni che non cambiano la vita della gente, ma che sono radicate nella popolazione. Alla gente piace quando si annuncia l’arrivo della primavera, vuol dire che i rigori invernali sono alle spalle. Il mio compito è quello di dare una buona notizia”.
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