Si è aperto giovedì mattina al Tribunale penale federale di Bellinzona il processo contro il presunto jihadista arrestato lo scorso anno all’aeroporto di Zurigo-Kloten mentre si accingeva a partire per l’estero.
Secondo il Ministero pubblico della Confederazione, il giovane -26enne cittadino svizzero- voleva combattere fra le fila dell’autoproclamato Stato islamico in Siria o in Iraq.
Stava per imbarcarsi su un volo diretto a Istanbul, il presunto jihadista alla sbarra da questa mattina davanti al Tribunale penale federale di Bellinzona.
Era il 7 aprile del 2015 e per il giovane cittadino svizzero di origini libanesi, sono subito scattate le manette. Il suo obiettivo, sostiene l’accusa, era quello di unirsi alle milizie dello Stato islamico in Siria o in Iraq.
26 anni, domiciliato a Embrach nel canton Zurigo, dovrà rispondere delle accuse di violazione della legge anti-Isis e di sostegno a un’organizzazione criminale. Inoltre è stato accusato di avere diffuso immagini raffiguranti atti di cruda violenta, trovate nel suo telefono cellulare.
È la prima volta che un presunto turista della jihad fermato prima della partenza verso una zona di combattimento all’estero, compare davanti a un giudice in Svizzera. In occasione del processo a Bellinzona è stato adottato un imponente dispositivo di sicurezza.
Il dibattimento potrebbe durare diversi giorni e il giovane rischia fino a 5 anni di carcere.
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